Secondo mandato. L’Italia riconfermata alla presidenza Commissione sviluppo rurale del Parlamento europeo

Paolo De Castro è stato riconfermato alla presidenza della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, incaricato di un secondo mandato che lo vedrà impegnato fino al 2015 nel delicato ruolo di presidente in una delle commissioni più importanti. Cosa significa questo in un momento così particolare per l’Italia?

«Devo ammettere che questa riconferma plebiscitaria è stata per me una grande soddisfazione, ottantacinque deputati mi hanno votato nuovamente. I prossimi due anni e mezzo saranno interamente dedicati alle riforme. Il presidente della Commissione rappresenta il gestore per tutte le legislazioni, sento forte il senso di responsabilità in merito alle riforme legislative in corso sulla Pac. Approfitto comunque per rivolgere un caloroso ringraziamento ai deputati italiani del Pd che mi hanno sostenuto e che hanno voluto che continuassi in questo incarico».

Qual è il ruolo dell’Italia nell’attuale dibattito politico europeo?
«Con la nomina di Mario Catania sono cambiate molte cose. È un ministro competente, profondo conoscitore dei meccanismi dell’Europa, con una grande esperienza presso la Rappresentanza permanente italiana a Bruxelles come esperto di agricoltura».
La questione cibo diventa sempre più complessa, quale ruolo giocherà l’Europa? Che importanza assume in questa ottica l’Esposizione universale di Milano dei 2015?
«Agricoltura e cibo sono due temi che stanno trovando una nuova centralità. Fino ad alcuni anni fa la politica studiava la gestione delle eccedenze. Oggi si fa avanti il problema della scarsità, a fronte di una domanda crescente di cibo. Come riusciremo a soddisfare queste nuove necessità, quando nel 2050 saremo nove miliardi su questo pianeta? Credo che lo slogan per il nostro futuro dovrà essere produrre più cibo e inquinare di meno».
La qualità è una delle assi principali della Pac. I consumi tendono al low cost, mentre le politiche puntano su bio e qualità. Non è una contraddizione?
«La qualità certificata, le Dop Igp sono invenzioni dell’Europa, è lapolitica europea che ha costruito il sistema delle denominazioni di origine. Ma dobbiamo fare di più per facilitare l’accesso alla qualità. L’Europa deve investire dì più sulla garanzia dei prodotti, tutelando la qualità dei territori. Come Italia siamo fra i pochi paesi al mondo che hanno tutto questo, ma bisogna migliorare per riuscire a portare i nostri straordinari prodotti sui mercati giusti. L’Italia ha una filiera di qualità invidiabile ma non sempre è brava a trasformare in reddito tutto questo».
La Danimarca, nel suo semestre di presidenza, rilancia il dibattito sugli ogm. Non è un’inversione di tendenza?
«Non abbiamo bisogno di Ogm, ma ho un approccio laico verso le biotecnologie. Combatto i fondamentalismi in ogni loro aspetto, la ricerca deve essere lasciata libera. La sensibilità dell’Italia e dell’Europa richiede maggiore informazione e conoscenza. Esistono comunque nuove tecnologie Ogni di seconda generazione, che non sono più rivolte al miglioramento della resa dei raccolti, ma sono Ogm prettamente ingegnerizzati per il miglioramento organolettico e nutritizionale degli alimenti e per la riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura».
II sistema Dop Igp ha incassatola programmazione produttiva, nel futuro è pensabile un’Europa che affronta il tema dei controlli sulle contraffazioni delle denominazioni in maniera più efficace?
«Assolutamente sì, sarà la nostra battaglia entro la prossima estate, con nuove norme comunitarie che obblighino ad intervenire».
L’Italia nel suo pacchetto di liberalizzazioni include anche l’agricoltura. Cosa si può fare per il rilancio in chiave imprenditoriale del settore agricolo? «Finalmente l’agricoltura è tornata a suscitare l’interesse del governo. E la prima volta dopo tanto tempo. Il pacchetto di misure contenute nel decreto sulle liberalizzazioni sono una straordinaria opportunità, condivido in pieno questa linea, soprattutto la nuova posizione del governo verso il sistema degli incentivi per il fotovoltaico, eliminando quelli per la collocazione dei pannelli sui terreni agricoli e implementando gli aiuti per l’installazione sulle serre o sui fabbricati rurali».

Caro benzina, le proteste colpiscono i produttori

ITALIA – Le conseguenze della estesa protesta scoppiata in tutta Italia ormai da quasi una settimana e che coinvolge tutte le categorie danneggiate dal caro benzina, iniziano ad aggravarsi. A risentirne è soprattutto il settore alimentare, che perde quotidianamente 100 milioni di euro, con un danno per gli agricoltori di 50 milioni al giorno, impossibilitati a commercializzare i propri prodotti, mentre per i consumatori è sempre più difficile fare la spesa a causa della carenza degli approvvigionamenti e dell’aumento dei prezzi.

Copenaghen riapre il dibattilo sugli Ogm
EUROPA – Come già anticipato, la Presidenza dame sta iniziando a dare la sua impronta di «paese nordico» alla politica agricola europea. Il governo di Copenaghen ha annunciato che riaprirà il dibatto in sede europea sugli Ogm, su cui Bruxelles negli ultimi tempi aveva adottato un atteggiamento meno restrittivo. Un passo indietro dunque su una materia che anche in Italia è stata oggetto di una disciplina altalenante e che inevitabilmente dovrà essere riveta ancora una volta, in armonia con quanto accade nel resto d’Europa.

I Dacian Ciolos punta sulla vinicultura
EUROPA – Il romeno Dacian Ciolos, Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale nella Commissione Barroso li, ha reso noto la creazione di un "Gruppo ad alto livello" per analizzare lo stato di salute e gli scenari futuri della vitivinicoltura nell’Ue. Una decisione importante per un settore simbolo dell’agricoltura di molti Paesi dell’Unione e che rappresenta il 65% della produzione di vino in tutto il mondo. Con una capacità di esportazione tra le più elevate dell’intera produzione agroalimentare europea.