NESSUN semaforo a disciplinare il traffico eccessivo di grassi saturi, zuccheri e sale all’interno dei nostri cibi. Questo è quanto è stato stabilito dalla decisione dell’europarlamento riunito in plenaria a Strasburgo, che però aspetta di essere confermata dal Consiglio. Una vittoria e una sconfitta a metà sia per l’Unione Europea che per le lobby delle industrie alimentari. L’Unione Europea, che mantiene l’obbligo di indicare in etichetta i valori nutrizionali di tutti i prodotti, a cui per ora fanno eccezione soltanto le bevande alcoliche, ha visto invece svanire per il momento l’intenzione di voler aiutare i consumatori a riconoscere con un apposito bollino, immediatamente visibile, la percentuali di quegli ingredienti che se consumati eccessivamente sono dannosi per la salute.

I vari colossi alimentari invece, da una parte pretendono di poter mettere sui propri prodotti tutte quelle informazioni che li aiutano a vendere meglio e spesso anche con messaggi non veritieri sulle qualità benefiche per la salute del proprio prodotto, dall’altra batta no i pugni quando si tratta di far corrispondere tali affermazioni a dettagliate informazioni nutrizionali.

Ma di tutta questa storia, ed anche dei capitoli successivi a cui saremo costretti ad assistere, la cosa più inverosimile è la lenta e inesorabile trasformazione di un bisogno primario come l’alimentazione, in qualcosa sempre meno naturale dove la fanno da padrone regole, leggi, codice a barre, marketing, lobby senza che il consumatore finale abbia voce in capitolo. Questo è bene sapere.

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