Semplicità, capacità di massimizzare le risorse e una dose di creatività. Sono gli “ingredienti” alla base del cibo di strada o “Street food”, quello che si cucina al volo e che si mangia in piedi. E sono gli stessi elementi del programma Street Food Heroes, che da domani (ore 22.15, Mediaset Italia2) farà appunto luce sul fenomeno alimentare. Si tratterà di un viaggio in 6 puntate, da Sud a Nord, da Palermo a Milano, passando per Firenze, alla ricerca delle prelibatezze culinarie che hanno resistito all'”attacco” della globalizzazione. Tre i protagonisti delle “gite”, il critico enogastronomico ed esperto di made in Italy Mauro Rosati, lo chef Francesco Fichera e la food blogger americana Laurel Evans. Il loro obiettivo è incoronare i più bravi esponenti del cibo di strada e creare una guida “ad hoc” con le migliori ricette di street food, sia multimediale che cartacea. “Si tratta di un cibo di tradizione povera nato nelle zone di mercato, che ha valorizzato secondo le caratteristiche del territorio gli alimenti popolari con un occhio alle consuetudini e uno alle tasche – spiega il critico Rosati – Dalle patate, ai legumi per esempio, mentre per la carne si parla delle parti meno nobili, le interiora e le frattaglie, che venivano scartate dai ricchi, e che invece sono diventate stimolo per nuove ricette”. II trapizzino La prima tappa del tour alimentare sarà Napoli dove si spazierà dalla pizza fritta al panino con la trippa, e dove non mancheranno le sfide all’ultimo ingrediente. “Il nostro compito sarà quello di trovare in tutta Italia gli “eroi” della tradizione culinaria di strada, persone che sono riuscite a mantenere la qualità con ingredienti semplici o con piatti che rappresentano spesso storie di famiglia, e a ritagliarsi uno spazio in tempi di globalizzazione”, ha aggiunto Rosati. Tra le “chicche” che verranno assaggiate dal trio in giro per il Paese, il “pani ca’ meusa” a Palermo (panino con milza di vitello) o il lampredotto (lo stomaco del bovino) a Firenze. Senza dimenticare il “trapizzino” a Roma, specialità che unisce la tradizione della pizza a quella del tramezzino. E i giudici saranno piuttosto esigenti, e il critico Rosati ha già qualche rimostranza da fare: “Basta una sola scelta poco azzeccata e il cibo ne risente. Per esempio, spesso, si trascura la qualità dell’olio, e trattandosi, molte volte di alimenti fritti, non è marginale. In certi casi spendere dieci centesimi in più, è importante”.