Fondazione Qualivita e Fondazione Nuova Italia,  insieme per un Workshop su Comunicare la Qualità. E’ stato un vero piacere poter fare questo incontro insieme alla Fondazione Nuova Italia, soprattutto perché fu proprio l’allora ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, oggi presidente di questa  Fondazione, nonché sindaco di Roma, a credere nel progetto Qualivita e a tenere a battesimo le nostre prime iniziative. Luogo dell’incontro, la sede della Fondazione Nuova Italia a Roma, a due passi dal Parlamento. Moltissimi i presenti nonostante la  torrida giornata romana. Da veri coraggiosi resistere al dibattito, per quanto  interessante. Decisamente brillante l’intervento conclusivo di Alemanno, arrivato a fine lavori, sempre preso dai suoi mille impegni di sindaco, ma perfettamente  pronto a riprendere con lucidità, tematiche dell’agroalimentare a lui molto care dai tempi in cui ricopriva il ruolo di Ministro delle politiche agricole.

 

Molti le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo incontro, che ha aperto prospettive interessanti dic collaborazione fra le due Fondazioni, primo  fra tutti Salvatore Santangelo, direttore del centro studi della Fondazione Nuova Italia che ha scelto il tema del dibattito e voluto la nostra partecipazione per  presentare ad un pubblico selezionato di parlamentari e  dirigenti di settore, l’Atlante Qualivita 2010, realizzato  con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e della Fondazione MPS. Dal dibattito  è scaturito un proficuo scambio di opinioni che segna l’ inizio di una collaborazione fra Roma e Siena anche in prospettiva delle iniziative che il Comune di Roma e Fiera Roma stanno cercando di attivare per la valorizzazione dei prodotti di qualità. Roma si vuole candidare come terzo polo per la promozione del food “Made in Italy”, dopo Parma con Cibus e Verona con Vinitaly e con l’incontro di ieri sono state poste le premesse per l’inizio di una  serie di attività da realizzarsi  con Qualivita.

 

Giovanni Monastra  – presidente della Commissione ambiente della Fondazione Nuova Italia, ha introdotto i lavori, coordinati dalla deliziosa Elisa Isoardi,  già nota come  conduttrice  della Prova del Cuoco su Rai Uno, che vedremo impegnata nella prossima stagione  nella trasmissione Linea Verde. “Curioso il mio curriculum, commenta Elisa Isoardi -, prima una trasmissione che insegna a preparare i piatti e a cucinare, poi una trasmissione che parla di prodotti e dei territori. A questo punto mi sento un po’ agroalimentare anche io!” . Poi sono intervenuti , Marco Cerreto – assessore della Provincia di Caserta, Alessandro Incecchi,  marketing consultant, Laura La Torre  – direttore generale della D.G. della vigilanza per la qualità e la tutela del consumatore, e Michele Russo- presidente della Mirus, prima delle conclusioni di Gianni Alemanno.

“Venti anni fa non ci sarebbe stato nessun interesse per un convegno sulla qualità – sostiene Giovanni Monastra -, un appuntamento su questo tema avrebbe avuto un richiamo modesto se non addirittura sarebbe stato malvisto. I prodotti non avevano peculiarità, servivano solo per soddisfare come quantità. C’era una mentalità livellatrice che vedeva con poco interesse l’agricoltura, forse con disprezzo perché era un modo che aveva un retaggio di passato. Oggi – continua Monastra – c’è stato un vero e  proprio ribaltamento di queste posizioni, oggi si cerca la qualità e non la quantità, si parla di benessere animale, si è riscoperto un modo che potrà essere nuovo traino per la nostra economia e per la tutela del nostro ambiente”.

 

Effettivamente viviamo sopraffatti da una giungla di marchi e di contrassegni,   difficile orientarsi. Ad aiutare  i consumatori ci hanno provato Marco Cerreto e Laura La Torre scrivendo a quattro mani il libro “La tutela delle DOP e IGP” che cerca di fare chiarezza in un ambito molto complesso come è quello delle registrazioni comunitarie. “La richiesta dei nostri prodotti cresce costantemente , c’è voglia di prodotti italiani – afferma Cerreto nel suo intervento-, ma ci muoviamo male come marketing e comunicazione . Un prodotto straordinario come la Melannurca Campana è un esempio per questo, è buonissima ma non sfonda nei mercati, viene regolarmente sopraffatta da altri prodotti”.  Purtroppo ho dovuto smentire quanto detto dall’assessore Cerreto. I dati Istat del primo quadrimestre 2010 per la prima volta indicano in perdita il settore agroalimentare , ma condivido il resto del suo discorso, manca la comunicazione, manca il marketing per i nostri prodotti.  D’accordo con noi anche l’amico Alessandro Incecchi “Siamo bravissimi a fare, ma non siamo bravi a comunicare i nostri prodotti. I mercati internazionali sono la sfida di oggi. Si parla di marketing territoriale, ma dai territori ci vuole una risposta concreta. Si promuove la chinina e il suo territorio, ma si visitano  quei luoghi  la carne chinina dovrà essere facilmente reperibile, i ristoranti dovranno averla nel menu. Se questo non succede, vuol dire che il marketing territoriale non ha funzionato.” Poi Alessandro Incecchi ha presentato il  progetto di una fiera molto interessante dedicata ai prodotti di qualità che dovrebbe svolgersi a Roma  prima di Natale alla Fiera di Roma. Buona fortuna!

 

Trafelato dal caldo torrido Gianni Alemanno è arrivato a chiudere i lavori. Ma la sua grande conoscenza dell’argomento,  grazie anche agli anni come ministro dell’agricoltura, la sua disponibilità e la sua passione nell’affrontare le diverse tematiche lo hanno reso subito protagonista.”Fino a pochi anni fa il mondo agricolo era arretrato, sottosviluppato, ma la situazione si è rapidamente ribaltata, il mondo agricolo è una grande forza lavorativa  che opera per la qualità. Bisogna comunque passare da un modello di  sviluppo quantitativo ad un modello qualitativo, solo così le economie occidentali possono ridiventare competitive. Se ce la giochiamo sul piano della quantità, rischiamo  di soccombere” “Bisogna controllare e comunicare la qualità – ha poi concluso Alemanno -, anche i grandi artisti del passato non avrebbero mai potuto comunicare la loro arte se non avessero avuto dei mecenati che la favorivano, ne parlavano, la proponevano. La stesa cosa succede per i prodotti dell’agroalimentare, bisogna parlarne, controllarli, promuoverli, senza cadere nella trappola di tutelare la nostra qualità finendo nel protezionismo”.

 

Un brindisi con bollicine italiane e una piacevole degustazione di prodotti DOP e IGP hanno poi concluso un’ iniziativa davvero interessante.