L’alfiere toscano nel mondo complesso per sigle e genuino per consistenza di DOP, IGP e STG è l’olio extravergine d’oliva IGP (appunto). È risultato secondo nella classifica stilata da Qualivita per i prodotti italiani agroalimentari con denominazione. Il rapporto 2009 conferma che il settore è forte, vale 5,3 miliardi di euro (+0,3% rispetto al 2007) con un fatturato al consumo di 9.800 miliardi, in crescita, segna un netto +3,5%, e viaggia, l’export è stato pari al 14% del totale (mentre la quota commercializzata dalla Grande Distribuzione Organizzata è stata del 44%). Così inquadra l’Italia il Rapporto Qualivita 2009 sulle produzioni agroalimentari, che sono frutto del lavoro di 98.200 aziende e 7.600 strutture di trasformazione. Nel 2009 ci sono state 19 nuove registrazioni, soprattutto di prodotti ortofrutticoli e cerealicoli, mentre si è assestata la graduatoria delle regioni col maggior numero di denominazioni. La Toscana con 20 prodotti si è piazzata dopo Veneto (31 prodotti), Emilia-Romagna (30) e Lombardia (21). Si è registrata sostanziale stabilità anche per quanto riguarda i prezzi al consumo dei prodotti agroalimentari di qualità, con due eccezioni per la Mela Val di Non DOP, -16% nel costo al consumo dovuto ad un aumento della produzione, e il Pecorino Romano DOP (-14%) dovuto alla crisi economica. «Il LIBRO VERDE europeo sulla qualità sarà l’occasione per programmare in modo più efficace l’immissione delle nostre denominazioni sui mercati». Questo il commento di Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, intervenuto alla presentazione del Rapporto Qualivita 2009. «Il 14% di export è una percentuale bassa – ha osservato – se rapportata alla grande potenzialità del patrimonio di cui l’Italia dispone con i suoi 196 prodotti a denominazione». La ricetta di De Castro per aumentare l’esportazione dei nostri prodotti di eccellenza è semplice nella teoria, ma molto complessa nella pratica: «Benvenga recuperare la tradizione nella fase della produzione, ma quando si tratta di vendere e commercializzare, occorre essere innovativi».