In un momento caratterizzato da pessime notizie, soprattutto in campo economico, poter comunicare qualcosa di positivo e che apre nuove prospettive alle imprese locali del settore dolciario è motivo di profonda soddisfazione che vorrei condividere con tutti quelli – e sono veramente tanti – che in questi 15 anni hanno lavorato per l’ottenimento dell’ IGP del Ricciarello di Siena. Con questa registrazione si raggiungono 3 primati: anzitutto, è stato messo sotto tutela il nome geografico “Siena”, sempre più usurpato dalle imprese di tutto il mondo; non possiamo non sottolineare, poi, come si tratti del primo e unico dolce italiano che ha un indicazione geografica riconosciuta; infine, nell’ambito di questo lungo processo, è stato attuato un piano di controllo sul prodotto che assicura anche la qualità delle materie prime utilizzate attraverso un procedimento che prevede l’esame del DNA degli ingredienti, messo a punto dall’Università di Siena. In un settore come quello dolciario dove la concorrenza è sempre più forte, avere un elemento di distinzione in più è un fattore competitivo per le nostre imprese; per queste festività natalizie, fra i tanti prodotti dolciari generici, presenti in commercio, come panettoni, torroni, pandori, cantuccini, uno solo, i Ricciarelli di Siena, si potranno fregiare del marchio IGP.  I marchi geografici, sono marchi a tutti gli effetti ed hanno un valore economico facilmente misurabile; per questo motivo, poter vantare un’ulteriore Indicazione Geografica Protetta significa arricchire di un notevole  valore il nostro territorio. In tempi di crisi appunto, una notizia positiva, in attesa che arrivino le registrazioni Panforte di Siena IGP e Cinta Senese DOP, per valorizzare e difendere ulteriormente Siena. Oggi è solo un punto di inizio per una nuova strada; il mio auspicio è che le aziende senesi possano trovare l’intesa per fare un Consorzio di tutela forte, per dare slancio e spinta a tutto il comparto. Gli esempi di distretti come quello di Parma, San Daniele, Reggio Emilia, dove si raggiungono valori economici nell’agroalimentare che sfiorano il miliardo di euro, devono farci riflettere; a mio avviso, Siena ha tutte le carte in regole per raggiungere questi livelli, visto che già lo fa con le aziende vitivinicole. Non servono i grandi industriali per ricreare un distretto dolciario che promuova l’occupazione, ma le capacità professionali delle piccole e medie imprese già presenti e il supporto della banca e delle istituzioni che sono sempre state disponibili. Ed anche un po’ di ottimismo e buona volontà.