Che l’obbiettivo del Movimento 5 Stelle sia quello di “distruggere” per poi governare le macerie vi sono abbondanti prove. Questa dell’ allarme lanciato da Grillo sul probabile inquinamento del Parmigiano Reggiano a causa degli effetti del termovalorizzatore di Parma, è una delle tante.

E’ difficile trovare valide connessioni scientifiche sull’ inceneritore e la contaminazione di uno dei simboli del Made in Italy che ha sempre espresso in fatto di controlli standard elevati. Come confermano le dichiarazioni dello stesso Presidente del Consorzio Alai “Un atto di terrorismo nei confronti dei consumatori, originato da affermazioni gratuite legate alla politica e prive di qualsiasi fondamento”. Anche perché non si diventa a caso “il formaggio più famoso al mondo” se la qualità non è ben coniugata con la sicurezza alimentare.

E neanche si possono utilizzare certi temi per giustificare il fallimento politico del Movimento di Grillo – che si era preso Parma con la promessa di bloccare l’inceneritore – cercando di mandare in corto circuito una filiera che da sempre produce occupazione e ricchezza ed è un modello per tanti altri Paesi.

Bisogna essere consapevoli che ci sono nazioni -prese talvolta anche da Grillo come esempio positivo- che convivono perfettamente con i sistemi di trasformazione dei rifiuti che hanno addirittura tecnologie inferiori di quello di Parma, come la Germania.

Se passasse la logica politico comunicativa che sottende il messaggio di Grillo dovremmo dubitare del sistema stesso della certificazione e dei controlli. Se da un lato è giusto pretendere e chiedere verifiche più efficacie e trasparenti – anche con l’inserimento di esperti dei vari comitati dei cittadini – con la stessa forza va rigettato qualsiasi tipo di approccio che tende ad alimentare paure ataviche ed irrazionali senza nessun tipo di fondamento che richiamano gli untori di manzoniana memoria.

Siamo tutti consapevoli che ci possono essere delle zone d’ombre nelle strutture pubbliche, ma proprio il sistema dei controlli nell’ambito agroalimentare è una delle eccellenze dell’ Italia, che rimane una dei più grandi paesi industriali.

Il tentativo dei grillini di inserire solo “la paura” nello scenario politico diventa un elemento incontrollabile ed irrazionale che rende assolutamente impossibile il dialogo ed il confronto tra le istituzioni (le più diverse come quelle politiche, economiche e culturali) e la “gente” disarticolando la complessità delle nostre società.

Ma in questo caso il tentativo è doppio perché in questa maniera si rischia anche di distruggere la reputazione di una delle nostre bandiere alimentari più importanti con un effetto negativo sia sui consumi interni, sia sull’ esportazioni.