A VARSAVIA ho partecipato a un’iniziativa che mi ha permesso di toccare con mano il grande interesse dei paesi dell’Est sulle tematiche inerenti le politiche agricole ed alimentare europee. Un attivismo molto diffuso, non solo a livello istituzionale, ma anche fra la società civile ed il tessuto imprenditoriale. Viene spontaneo chiedersi quali sono i motivi di risveglio agricolo. Il primo è quello competitivo. Polonia, Romania, Ungheria hanno compreso chiaramente che per stare nei mercati internazionali e competere anche nell’export, l’agricoltura deve essere anche qualitativa; entrati nella comunità europea non possono essere competitivi solo sul prezzo delle derrate, perché l’allineamento dei costi principali che hanno dovuto subire (manodopera, materie prime, carburante) si è tradotto anche in un aumento del costo del prodotto finito. Il secondo riguarda l’evoluzione dei consumi interni che prima erano compressi. La promozione degli stili di vita occidentali, arrivata attraverso la globalizzazione mediatici, ha riguardato anche i prodotti alimentari, facendo crescere nuove esigenze ai consumatori.La terza motivazione riguarda la necessità di riappropriarsi delle identità culturali. La vera preoccupazione per le autorità dell’Est è la crescente perdita delle tradizioni culturali palese soprattutto nelle giovani generazioni. Ecco allora che le produzioni agricole locali possono tornare utili per rilanciare un ambizioso programma culturale. Una volta si faceva utilizzando la televisione; oggi in Polonia si fa con il formaggio Oschypek DOP.