In tempi di mercato globale l’Italia agroalimentare, oltre ad essere sinonimo di qualità, rischia di diventare un termine da abbinare a contraffazione e imitazione. Troppo spesso le nostre aziende sono costrette a vedere sugli scaffali o sul web prodotti dai nomi maccheronici che farebbero sorridere se non costassero al Paese miliardi di euro e perdite di posti di lavoro.

 

Per tutelarsi le soluzioni non sono semplici e passano da percorsi costosi e di lungo termine che vanno dalle azioni legali agli accordi commerciali internazionali, strade che molto spesso le imprese non possono sostenere. Un esempio innovativo di protezione arriva dal Sistema Prosecco, una società nata nel 2014 dalla comune volontà dei tre Consorzi di tutela del sempre più affermato Mondo Prosecco –Prosecco DOCConegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG e Asolo Prosecco DOCG.

 

Oggetto principale della sinergia è la protezione da contraffazioni e imitazioni del vero Prosecco, in particolare su quei mercati internazionali che garantiscono grande valore alle 500.000 bottiglie prodotte ogni anno dalle tre denominazioni. Oltre 400 segnalazioni d’irregolarità intercettate in due anni grazie all’avvio di attività di monitoraggio internazionale, di servizi di sorveglianza su marchi imitativi o evocativi, azioni legali e soprattutto una forte cooperazione con le Istituzioni italiane ed estere. “Il sistema Prosecco – ha dichiarato il Presidente del Consorzio Prosecco DOC Stefano Zanette – è la prova che possiamo riuscire a fare squadra anche noi italiani. Ciascuno ha le sue caratteristiche e le sue peculiarità, ma anche se siamo solo all’inizio del grande lavoro che ci aspetta, agendo insieme per obiettivi comuni i risultati ci sono stati. L’aver fatto sistema ci ha permesso un confronto più agevole con le istituzioni che si sono trovate davanti a un unico interlocutore”.

 

Elemento fondamentale, e innovativo in termini di efficacia, è stato il rapporto con le forze dell’ordine e le istituzioni che ha visto protagonisti Interpol ed Europol, l’Agenzia internazionale delle dogane, oltre al Ministero delle Politiche Agricole e Ministero dello Sviluppo Economico. In particolare è stata la sinergia fra Sistema Prosecco e Icqrf – l’Ispettorato centrale repressione frodi del Mipaaf – a portare a importanti risultati, in particolare sul canale web, che si dimostra sempre più un ambito strategico per le nostre produzioni di qualità.

 

Per comprendere la portata della collaborazione basti considerare che le segnalazioni di violazione sono state inviate a 10 Paesi Ue e 4 Paesi extra-Ue per un totale di oltre 250 siti web e 4 aziende. A queste si aggiungono le 144 inserzioni irregolari rilevate sui tre grandi player mondiali di e-commerce, eBay, Alibaba e Amazon, con i quali è stato possibile interloquire più facilmente grazie agli esclusivi  protocolli di intesa realizzati dal Mipaaf per i prodotti DOP e IGP italiani.

 

Uno degli esperimenti più interessanti per la tutela dei prodotti agroalimentari di qualità emersi dalla collaborazione con le istituzioni è senza dubbio il protocollo d’intesa stabilito da Icqrf con la Germania che permette a Sistema Prosecco, con il supporto del Mipaaf, di trasmettere le segnalazioni di potenziali comportamenti illeciti alle stesse autorità tedesche chiedendone direttamente l’intervento. Un accordo senza precedenti all’interno della Comunità Europea da cui ci si aspetta un aumento degli interventi e della loro reale efficacia.

 

Ma l’attività strategica del Sistema Prosecco per aumentare il livello protezione internazionale non si è fermata ai casi specifici, grazie ad una collaborazione attiva con il Mise e il Mipaaf impegnati a facilitare il dialogo con i rappresentati della Commissione UE per il riconoscimento delle denominazioni all’interno di quegli accordi bilaterali – con Vietnam, Australia, Nuova Zelanda e Cina – che rappresentano una chiave essenziale per combattere la contraffazione.

 

Il caso del Prosecco rappresenta una best practice, un’esperienza di realtà imprenditoriali che uniscono le proprie forze e mettono a sistema un piano condiviso per perseguire obiettivi comuni. Certo, da molto tempo ripetiamo che questa è la strada da seguire, la giusta via per lo sviluppo. Ma il punto è proprio qui: non si tratta di stabilire se fare rete sia giusto, non è una questione etica, ma un’opportunità economica. Tutti siamo in rete, è inevitabile. Il vero successo sta nel prenderne atto, individuare legami e soggetti che ci coinvolgono e stabilire patti e strumenti di autogoverno capaci di aumentare il valore complessivo del nostro sistema: lavorare insieme, come ci insegna l’esperienza del Prosecco, non è una scelta “buona”, è una scelta razionale. La sfida per la rinascita economica del nostro Paese, frammentato per propria natura in molte piccole e micro realtà, passa anche da qui.

 

Mauro Rosati

Direttore Generale Fondazione Qualivita

 

Fonte: l’Unità