Presenti al meeting centinaia di Pmi italiane, 15 delegati e ospiti internazionali come il governatore dello Stato di New York, il vice ministro dell’Agricoltura della Federazione Russa e il responsabile delle relazioni economiche internazionali del governo di Mosca; rappresentanti istituzionali italiani come Paolo De Castro, della commissione agricoltura del Parlamento europeo, e Mauro Rosati, consigliere del ministro Martina per il Made in Italy e Dg della Fondazione Qualivita, che ha sottolineato la grande attenzione dei mercati rivolta ai prodotti italiani e alle iniziative del governo per sostenerli.

«Il 17 febbraio – dice Rosati – abbiamo un tavolo della grande distribuzione organizzata che ci aiuterà a trovare un accordo perché i nostri prodotti abbiano un posto privilegiato all’interno, appunto, della grande distribuzione, l’unica arma che abbiamo per far crescere il fatturato delle Pmi agroalimentari italiane. Nei prossimi mesi partirà un’azione coordinata con il ministero e con i consorzi più importanti. Come ministero delle Politiche agricole abbiamo chiesto al ministero dello Sviluppo economico di collaborare, e il decreto Sblocca Italia per la prima volta ha permesso di condividere questo piano strategico: 150 milioni in più saranno dedicate alla promozione del Made in Italy.

Questa mossa nei prossimi tre anni accompagnerà le imprese nel tentativo di aumentare i loro volumi d’affari all’estero, con l’obiettivo per il 2020 di arrivare a 50 miliardi provenienti dall’export».

Oltre alla necessità di creare una sinergia tra pubblico e privato, l’obiettivo dello «Sblocca Italia» è riunire tutti i prodotti italiani in un marchio unico che non disorienti i consumatori, cercando di limitare un’altra grande criticità evidenziata dall’amministratore delegato del gruppo Végé Giorgio Santambrogio, rappresentata dall’italian Sounding, la vendita di prodotti stranieri «spacciati» per italiani, che frutta ogni anno 54 miliardi, «un danno per il nostro mercato e per il nostro nome – chiosa Santambrogio – che vogliamo limitare promuovendo con forza il Dop e continuando a espandere il nostro mercato. Prossimo step che forse interesserà il secondo summit sarà conquistare con i nostri prodotti la Cina».