The Times. Il cibo – spazzatura come la cocaina. L’affermazione potrebbe risultare provocatoria ma, ahimè, è tutto vero. L’allarmante scoperta è stata fatta da un team di ricercatori americani che, osservando il comportamento di alcuni ratti nutriti con “junk-food” hanno notato dei preoccupanti parallelismi tra comportamento delle cavie e quello degli uomini dipendenti dalle droghe pesanti. Nutrirsi di cibo spazzatura creerebbe infatti nell’uomo una dipendenza (con conseguente riverbero sul comportamento) paragonabile a quella data dall’uso di eroina o cocaina. Nonostante lo scetticismo di altri autorevoli studiosi, dati empirici dimostrano la preoccupante veridicità della ricerca statunitense.

 

 A questo punto non può che rimbalzarmi in testa quella parola che, sicuramente più di altre, racchiude una probabile soluzione a questi problemi: qualità, qualità, qualità e ancora qualità…  Perché tutti i giorni riceviamo conferme di quanto sia dannoso snobbare questa parola, di quanto possa essere pericoloso non soffermarcisi un attimo sopra. Assicurasi che il cibo che mangiamo sia di Qualità è un dovere che abbiamo nei confronti di noi stessi perché, come la ricerca dimostra, è di salute che stiamo parlando.

 

Perché non provare allora a farla entrare, la signora Qualità, in quei templi sacri che costituiscono l’Olimpo del junk-food? Potremmo vedere come se la cava… a parità di gusto, almeno la salute sarebbe salva.