Diciamolo subito: più che un’enciclica Laudato Sì potrebbe essere considerato un ottimo saggio di educazione civica, che spiega temi ambientali complicati con parole e concetti semplici e alla portata di tutti. Contiene un messaggio universale sui problemi della Terra che arriva dritto alla sensibilità dei lettori, anche di quelli di spirito ateo. Un testo di una portata educativa profonda, che va a colmare quel vuoto di formazione ecologica oggi praticamente assente sia nella scuola che nella società, se si esclude il lavoro prezioso delle organizzazioni che in questi anni hanno favorito una presa di coscienza del tema ambientale.

 

Il mondo agricolo al centro del messaggio

Oltre alle problematiche inerenti la natura, il clima, l’inquinamento, molte sono le riflessioni che riguardano direttamente l’agricoltura, le sue politiche, i suoi modelli produttivi e distributivi. Parole e pensieri che chiamano in causa tutta la filiera, dal campo alla tavola, con la consapevolezza che un approccio di sistema può essere importante e decisivo per la risoluzione dei problemi della terra e che il mondo agricolo è l’elemento cardine per attivare soluzioni concrete.

L’enciclica mette in discussione il concetto stesso di agricoltura come lo abbiamo finora interpretato e lo ridefinisce secondo schemi più ampi. Indica quali siano le pratiche agricole nocive e quali invece possono rappresentare modelli virtuosi per il nostro pianeta. Non vengono lasciate interpretazioni al lettore perché i concetti espressi sulla produzione del cibo sono chiari e si fondano sul binomio qualità e sostenibilità, come si evince dai passaggi più significativi dell’enciclica.

 

Prodotti chimici

Forte è il richiamo al mondo agricolo di Papa Francesco per limitare l’inquinamento causato da un’agricoltura che si sostenta con i prodotti chimici: “da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale” (20).

 

Spreco alimentare

Combattere lo spreco, soprattutto quello alimentare è alla base dell’educazione che ogni cittadino deve avere  perché  “Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha supe­rato le possibilità del pianeta”.

 

Biodiversità

Un intero capitolo è dedicato al valore della biodiversità e ai rischi connessi alla sua perdita. Significativo il passaggio in cui si afferma:  “La necessità della diversità perché tutte le creature esistono solo in dipendenza l’una dalle altre per completarsi vicendevolmente, perché nessuna creatura basta a se stessa” (86) oppure  “Dio ci ha uniti così strettamente e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione” (89). Un avvertimento viene lanciato anche alle responsabilità del mondo agricolo perché “le nuove colture, le recinzioni, i bacini idrici e altre costru­zioni, vanno prendendo possesso degli habitat e a volte li frammentano in modo tale che le popo­lazioni animali non possono più migrare né spo­starsi liberamente, cosicché alcune specie vanno a rischio di estinzione”.

 

 

 

Deforestazione

Grande attenzione all’impatto dell’agricoltura a scapito delle foreste : “gli ecosistemi delle foreste tropicali hanno una biodiversità di grande complessità, quasi impossibile da conoscere completamente, ma quando queste foreste vengono bruciate o rase al suolo per accrescere le coltivazioni, in pochi anni si perdono innumerevoli specie, o tali aree si trasformano in aridi deserti” (38). E prosegue: “Neppure la sostituzione della flora selvatica con aree piantate a bosco, che generalmente sono monocolture, è solitamente oggetto di un’adeguata analisi. In realtà essa può colpire gravemente una biodiversità che non è albergata dalle nuove specie che si piantano” (39).

 

Ogm

Papa Francesco mostra tutto il suo coraggio offrendoci una riflessione anche su un tema spinoso come quello degli organismi geneticamente modificati. Iniziando dalla considerazione che “i rischi non vanno sempre attribuiti alla tecnica stessa, ma alla sua inadeguata o eccessiva applicazione” (133), il Papa afferma che “sebbene non disponiamo di prove definitive circa il danno che potrebbero causare i cereali transgenici agli esseri umani, e in alcune regioni il loro utilizzo ha prodotto una crescita economica che ha contribuito a risolvere alcuni problemi, si riscontrano significative difficoltà che non devono essere minimizzate” (134). 

 

Modelli produttivi

Il Papa punta dritto anche ad un tema cruciale ovvero quali siano i modelli produttivi da promuovere: “Vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale, utilizzando una porzione ridotta del territorio e dell’acqua e producendo meno rifiuti, sia in piccoli appezzamenti agricoli e orti, sia nella caccia e nella raccolta di prodotti boschivi, sia nella pesca artigianale” (129). Un sostegno  anche a quelle iniziative degli orti urbani che sono tornate di moda in molte città.

 

Produrre cibo non può essere solo un atto agricolo, ma un atto ecologico nel vero senso della parola. Una sfida che il mondo dell’agricoltura deve far sua attraverso una modifica delle politiche e dei modelli produttivi. Ed allora il richiamo alle imprese e ai cittadini non può restare lettera morta, anzi deve spingere  i governi ad attuare soluzioni concrete che riguardino sia la produzione che il consumo, come ad esempio meccanismi premianti verso i cittadini che combattono lo spreco alimentare o le aziende agricole che riducono l’impatto ambientale. Una sfida che la Chiesa lancia ai Paesi di tutto il mondo e che in sostanza chiede di tradurre in leggi quanto affermato nell’enciclica.  

 

L’enciclica Laudato Si’ ci offre in definitiva una straordinaria opportunità di ripensare l’ agricoltura, cosa è attualmente e soprattutto cosa vogliamo farla diventare. Sprona la scienza ad una maggiore capacità di comunicazione verso la società, spinge gli Stati a politiche agricole più globali attraverso un rapporto più solidale fra di essi, invita a considerare il valore economico al di là dei numeri e dei profitti ed infine amplia il significato etico del tema alimentare includendo modelli di consumo più sobri.

 

In questo contesto la riforma del Ministero delle politiche agricole preannunciata da Renzi e Martina la scorsa settimana potrà essere l’occasione per dare una prima risposta  concreta portando l’agricoltura italiana ad abbracciare appieno la sostenibilità.