L’Italia rafforza la propria posizione di primato in Europa nei prodotti alimentari di qualità tutelati dal marchio Dop e Igp: con le nuove i9 produzioni registrate nel corso del 2009, le specialità riconosciute da Bruxelles sono salite a 194, seguita a distanza dalla Francia con 167 e dalla Spagna con 129. Il quadro è stato aggiornato ieri dalla Fondazione Qualivita, che ha presentato a Roma il Rapporto 2009 curato dall’Osservatorio sui prodotti a marchio Ue.

Il fatturato alla produzione del comparto ha raggiunto nel 2008 quota 5,3 miliardi di euro, che balza a 9,8 miliardi riferito ai valori al consumo. Un sistema produttivo a rete che coinvolge come fornitori di materia prima ben 98.200 aziende agricole e allevamenti; la filiera produttiva è completata da 7.600 strutture di trasformazione artigianali e industriali. Nel Veneto il maggior numero di Dop e Igp con 32 marchi (l’ultimo riconoscimento riguarda la Pesca di Verona Igp. «Con questa denominazione – ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia – l’Italia si conferma ancora una volta il Paese delle eccellenze e della tipicità». L’Osservatorio ha stilato anche la graduatoria delle performance delle produzioni DOP e IGP più importanti utilizzando alcuni indicatori economici come fatturato alla produzione, consumo ed export. La prima posizione è andata allo speck dell’Alto Adige, che ha messo in evidenza una propensione all’export del 35 per cento. Una percentuale molto più alta rispetto ai più blasonati Parmigiano reggiano e Prosciutto di Parma.

Con un mercato interno maturo, la crescita dell’export è infatti è la vera leva per sostenre lo sviluppo dei prodotti di qualità, superando il paradosso che vede le vendite estere dei prodotti certificati attestate intorno al 14% del fatturato, contro il 17% dell’intera industria alimentare. Una spinta potrebbe venire dall’ultima Finanziaria in cui il ministro Zaia è riuscito a far inserire un budget di io milioni da destinare proprio al rilancio dei prodotti DOP stagionati come parmigiano, grana padano e prosciutto. Una iniezione di liquidità per alleggerire gli oneri finanziari e rafforzare la promozione sui mercati esteri. «Rimangono una serie di piccoli produttori – spiega Giuseppe Liberatore, presidente dell’Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche per cui è importantissimo l’organismo che le tutela, per la promozione e la ricerca di ulteriori canali di vendita». Alla presentazione del rapporto è intervenuto anche l’eurbdodeputato, Paolo De Castro, nella sua veste di presidente della Fondazione Qualivita: «Le aziende devono rafforzare la propria capacità organizzativa e dedicare molta attenzione alla commercializzazione. La discussione a Bruxelles sul Libro verde sulla qualità sarà anche l’occasione per risolvere le controversie sulle regole dell’Antitrust e per facilitare la programmazione delle produzioni».

di Rossella Lenzi