La mostra “Regioni e testimonianze d’Italia”, in programma in questi giorni al Complesso del Vittoriano fino al 3 luglio prossimo, nel ripercorrere i 150 anni di storia italiana, ci regala la fotografia di un Paese fortemente influenzato da un’agricoltura che, con i suoi alti e bassi, ha sempre avuto funzione di volano per le innovazioni tecnologiche e per l’evoluzione sociale. Un percorso nel passato che ci porta inevitabilmente a riflettere sul futuro. Il settore agroalimentare è stato protagonista della scena italiana fin dal 1861, quando nel neonato Regno d’Italia si svolse la prima “Esposizione Nazionale di Prodotti Agricoli e Industriali e di Belle Arti” a Firenze. Fu proprio in questa occasione che i prodotti tipici e di qualità si presentarono per la prima volta al grande pubblico riuscendo così a uscire dai limitati confini territoriali. Da quel momento in poi, grazie anche alle opere di collegamento ferroviario di quegli anni, si favorirono gli scambi commerciali e l’integrazione tra culture fino ad allora “provinciali” ma che avrebbero in seguito dato vita a un’identità comune. Nel 1885 anche la politica, con la “Inchiesta agraria” di Jacini, iniziò ad occuparsi delle condizioni dell’agricoltura, per elaborare strumenti legislativi idonei. Con la fine del XIX secolo, grazie all’istituzione di Stazioni Sperimentali di Caseificio e latterie sociali, si diede una ulteriore spinta alla crescita economica e tecnologica italiana fino ad arrivare al boom del secondo dopoguerra che portò alla meccanizzazione dei processi lavorativi con notevole incremento dei volumi produttivi. Il resto è storia recente. L’agricoltura rimane protagonista del nostro tempo e ci pone nuove sfide per il futuro. Temi come la salvaguardia e la sostenibilità ambientale, i continui cambiamenti climatici e la necessità di sostenere lo sviluppo rurale sono oggi di primaria importanza. La stessa Unione Europea si appresta a delineare la nuova Politica Agricola Comune (PAC) per il 2013 che, seppur con una riduzione dei fondi di finanziamento, già si prospetta green-oriented e con un forte interesse a migliorare la posizione competitiva degli agricoltori attraverso la qualità. Come sempre il futuro sarà inesorabilmente figlio di questo passato.

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