La PAC sta per essere riformata. Si tratta di una politica che, per i vari risvolti che produce, interessa direttamente 14 milioni di agricoltori e 500 milioni di consumatori europei. La PAC cambia perché si modificano gli obiettivi e gli interessi dei cittadini. Mentre nei primi anni di vita la politica agricola comune doveva essere in grado di sfamare una popolazione stremata da due guerre mondiali, oggi le priorità sono mutate: sicurezza alimentare, qualità delle produzioni, protezione dell’ambiente e della biodiversità, lotta ai cambiamenti climatici e, non ultimo, garanzia di accesso al cibo a prezzi equi. Che in altri termini significa permettere a quante più persone possibile di sfamarsi garantendo contestualmente la giusta remunerazione agli agricoltori. Più “democratizzazione” del cibo di così.

Il 12 ottobre saranno quindi presentati i nuovi regolamenti che andranno a definire gli strumenti e l’impianto normativo per l’attività agroalimentare degli Stati membri, con il supporto di un budget finanziario di oltre 50 miliardi di euro all’anno. Detto così può sembrare una cifra enorme, ma – visto secondo altre angolature –  si tratta 110 euro per cittadino europeo o di 30 centesimi al giorno, un po’ di più del costo di una sigaretta. E soprattutto, non va dimenticato come, a differenza di altre politiche, la PAC finanzi direttamente il settore agricolo attraverso il bilancio comunitario, sostituendosi così in larga parte alla spesa nazionale. Se non ci fosse la PAC, gli Stati membri dovrebbero attuare 27 politiche nazionali che finirebbero con l’essere più costose e meno efficienti, più distorsive  dal punto di vista della concorrenza e meno efficaci nel contrastare emergenze fitosanitarie ed epidemie alimentari, la cui diffusione non è mai limitata ad un singolo paese.

Di questi 50 miliardi, circa 6 finiscono agli agricoltori italiani che, con la loro attività e il supporto di queste risorse, ci permettono di consumare cibi sicuri dal punto di vista igienico-sanitario, di qualità certificata e controllata in termini di provenienza territoriale (è il caso dei prodotti DOP e IGP), a ridotto impatto ambientale (biologici) oltre che di continuare a godere di quelle bellezze paesaggistiche che fanno la fortuna di molti sistemi turistici e contribuiscono a rendere unico il nostro Paese nel panorama mondiale. A pensarci bene e in fin dei conti, dunque, quelli della PAC, non sono certo soldi buttati via.

In collaborazione con Denis Pantini

 

Le birre artigianali si "bevono" il consumo del vino
Inizialmente si è pensato a una moda temporanea, uno di quei fenomeni che durano lo spazio di un mattino. Ma il tempo passa e ormai bisogna fare i conti con questa tendenza che vede le birre artigianali imperversare in locali di tendenza, degustazioni e manifestazioni. E così, mentre i consumi interni di vino non accennano ad aumentare, quello della birra artigianale conosce un momento di notevole successo. Sono sempre più i locali che propongono una selezione di etichette di tutto il mondo: dai Paesi produttori più classici, come Belgio, Germania, Repubblica Ceca, alle novità provenienti da Giappone, Nuova Zelanda, America Latina. Senza contare l’Italia, dove sono davvero tanti i birrifici in grado di proporre prodotti di alto livello. Anche i ristoranti stellati hanno scoperto questo nuovo modo di bere e si sono attrezzati con carte delle birre adeguate alla richiesta e non è più così insolito abbinare un piatto elaborato a una fresca Lager, una corposa Ale o una floreale Pilsner. Il rischio è ora quello di trovare tante gente che, approfittando del momento up, si metta a produrre birre artigianali di infima qualità, stravolgendo un mercato che finora ha fatto proprio della qualità il suo cavallo di battaglia. Lo abbiamo già visto succedere troppe volte, speriamo che questa non sia una di più.

In collaborazione con Stefano Carboni

 

Parla come mangi. Cos’è la PAC
La Politica Agricola Comune è definita congiuntamente dai governi degli Stati membri dell’UE e gestita direttamente da quest’ultima. Tale politica concentra i suoi interventi nel settore agroalimentare mirando a sostenere il reddito degli agricoltori e produttori. In particolare  provvede a dare sostegni a chi si occupa di produzioni di qualità, tipiche, sicure dal punto di vista igienico-sanitario, rispettose dell’ambiente, degli animali e delle fonti di energia rinnovabili.
Le sfide della nuova PAC sono l’alimentazione, la globalizzazione, l’ambiente, la sfida economica, la sfida territoriale.

 

In Messico si discute di prodotti Dop e Igp
si svolgerà oggi e domani, a Guadalajara, la V Assemblea Generale di OriGIn, l’Organizzazione internazionale del network delle Indicazioni Geografiche, una due giorni di dibattiti sugli ultimi trend delle produzioni agroalimentari locali. Anche l’Italia è ben rappresentata con i più importanti Consorzi  di Tutela come quelli del Parmigiano-Reggiano DOP e del Prosciutto di Parma DOP, che stanno battendosi da anni a livello internazionale per il riconoscimento delle Indicazioni geografiche a tutela dei loro prodotti.

 

Italia, le giornate dei Grandi formaggi
Asiago, Parmigiano-Reggiano, Mozzarella di Bufala Campana e Provolone Valpadana, sono i protagonisti dell’evento “Grandi formaggi DOP” che si terrà fino all’8 novembre in nove città italiane. L’evento rientra nelle “Giornate professionali dedicate ai ristoratori e agli operatori della distribuzione” con l’obiettivo di valorizzare il sapore, la storia e i valori nutrizionali di questi prodotti che verranno proposti in ricette preparate da 3 grandi chef: Rosanna Marziale, Massimo Bottura e Luigi Pomata.