La Commissione Europea ha appena approvato lo stanziamento di 37,6 milioni di euro da destinare alla promozione e alla comunicazione del comparto agroalimentare di qualità. Un passo importante per il settore, come ha tenuto a sottolineare lo stesso Commissario UE all’Agricoltura, Dacian Cioloş che ha evidenziato come “in un mercato globale sempre più aperto, non sia sufficiente produrre ottimo cibo. Dobbiamo aumentare gli sforzi per comunicare ai consumatori gli standard e la qualità dei prodotti agricoli europei. I Programmi comunitari di questo tipo sono un modo efficace di aiutare i nostri produttori in un mondo sempre più competitivo“. Merito dunque al Commissario per aver riconosciuto in maniera chiara il ruolo che svolge la comunicazione nell’ambito della commercializzazione dei prodotti agricoli. Ma questo non è altro che il primo passo. Per valorizzare e promuovere il settore agrolimentare d’eccellenza, occorre perseguire un’azione di marketing di sistema. In un mercato di circa 480 milioni di consumatori europei, per poter effettivamente incidere sulla conoscenza soprattutto dei marchi DOP IGP, occorre utilizzare campagne di advertising molto meno frammentarie. Come ci insegnano le grandi multinazionali private, per favorire la diffusione di un brand occorre partire dalla base, cercando di promuovere un vero e proprio lifestyle piuttosto che il singolo prodotto. Credo che da parte della Ue sia giunto il momento di pensare seriamente a come realizzare supporti diversi al settore per dare un concreto impulso. L’inizio della discussione sul Libro Verde sulla promozione, che sarà presentato giovedi 14 luglio a Bruxelles dal Commissario, dovrà, secondo me, servire a discutere proprio di questo. Senza un piano di comunicazione più ampio, le tante piccole iniziative promozionali, efficaci nel territorio locale, rischiano di disperdersi nel mare magnum del flusso comunicativo attuale, fagocitate dalle multinazionali che da tempo hanno fatto del marketing la loro carta vincente… o forse la sola!

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