Il Rapporto Qualivita 2010 sulle produzioni certificate italiane (Dop, Igp, Stg) si presenta con un titolo provocatoriamente cinematografico – La Dolce vita è finita, è tempo di Matrix – e con un imperativo di fondo che ipoteca il futuro: o si fa squadra o non si va lontano. «I dati produttivi 2009 evidenziano uno stallo di fatturato e produzione – ha commentato Mauro Rosati, direttore dell’Osservatorio Qualivita – che ha come causa la crisi economica ma anche inefficienze strutturali del sistema. I primi dati del 2010 segnano una ripresa, ma permane la necessità di voltare pagina». A dare sostanza a queste affermazioni ci pensa Alberto Mattiacci, direttore del Centro interdisciplinare turismo territorio ambiente della Sapienza e consulente scientifico dell’Osservatorio Qualivita: «Non è più tempo dell’approccio felliniano al mestiere, dell’improvvisazione quotidiana, appena il 12 per cento dei volumi prodotti viene collocato all’estero, un po’ poco per degli alfieri del Made in Italy». La soluzione allo stallo indicata dal rapporto di Qualivita, dunque, si riassume in un duplice impegno per le aziende produttrici: aumentare la loro massa critica nella filiera consorziandosi, e creare una strategia di comunicazione più incisiva ed efficace, così da aumentare la percezione nel pubblico del plusvalore che un prodotto certificato possiede. Nel bilancio generale, l’Italia con 216 produzioni certificate resta la nazione europea con il maggior numero di produzioni registrate, che equivalgono al 22 per cento dei prodotti certificati in Europa. Il fatturato complessivo nel 2009 alla produzione è stato di 5,2 miliardi mentre al consumo è stato di 9,9 miliardi. Le nuove produzioni italiane registrate nel 2010 sono state 22, con aumenti soprattutto nel settore ortofrutta e cereali. E qui arriva il primo dato di rilievo per la Toscana: dopo un iter iniziato nel 2004 e passato attraverso numerosi ricorsi legali, i Ricciarelli di Siena hanno ottenuto la Igp. Sono il primo prodotto dolciario italiano che può fregiarsi di questo riconoscimento europeo. Rimanendo in ambito classifiche, la Toscana si piazza al quarto posto fra le regioni italiane per prodotti Dop, Igp e Stg, dietro a Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Nessuna provincia toscana, invece, figura nella top 10 di quelle col maggior numero di prodotti registrati. Nella graduatoria delle produzioni, la classifica Qualivita vede l’Olio extravergine di oliva Toscano Igp al terzo posto, unico prodotto toscano presente nei top 15 capitanati dal Parmigiano-Reggiano Dop. Un posizionamento ottenuto incrociando cinque diversi fattori performanti: fatturato alla produzione, al consumo, da export, percentuale di esportazione e percentuale di utilizzo nella Gdo. A marcare un segno positivo nell’andamento annuale è anche un altro dei fiori all’occhiello della produzione toscana, il Prosciutto Toscano Dop, che con un + 7% si posiziona in controtendenza rispetto al comparto dei prodotti a base di carne, che nel 2009 ha subito una contrazione, soprattutto per i blasonati Parma Dop (-6%) e San Daniele Dop (-8%) e Speck Alto Adige Igp (-12%).