Se l’enogastronomia italiana è il comparto che meglio riesce ad affermarsi presso i consumatori di tutto il mondo per la sua qualità riconosciuta, i prodotti Dop Igp rappresentano il settore dei record. È quanto messo in luce dal XV Rapporto Ismea-Qualivita che, con l’analisi dei dati produttivi ed economici degli ultimi 10 anni, evidenzia crescite in doppia cifra per numero di prodotti registrati, valore economico, export e peso del paniere Dop Igp sul settore agroalimentare italiano.

Un trend che riguarda tutti i territori d’Italia, ma che appare particolarmente significativo nei distretti in cui i Consorzi hanno assunto un ruolo-guida in percorsi di sviluppo coerenti e che hanno portato, per esempio, al ribaltamento del rapporto fra sistema Dop Igp e industria alimentare che mostra, a oggi, un interesse forte verso un settore sempre più strategico.
La crescita però non è solo economica, ma anche sociale – con imprese e operatori dei territori capaci di fare rete e innovarsi – e soprattutto culturale: il cibo e il vino italiani sono elementi costitutivi del patrimonio nazionale e le Dop Igp sono un modello fatto di comunità locali, mestieri, capitale umano, reti sociali, tecnologie e certificazioni, un orizzonte culturale a cui da tempo il mondo aspira sempre di più.

Uno sviluppo, questo dei territori a vocazione agroalimentare e vitivinicola, che evidenzia come la tematica agricola non sia limitata alla terra, ma abbracci altre grandi altre tematiche, a partire da quelle alimentari e ambientali.

Agricoltura, ambiente e alimentazione sono, infatti, questioni strettamente interconnesse, come testimoniano anche numerosi studi e iniziative internazionali dedicati a “food, agriculture and environment”, intesi come un unicum. In questi tre grandi temi c’è il futuro delle nostre società e il benessere dei nostri figli. C’è lo sviluppo sostenibile, presupposto imprescindibile di qualsiasi strategia di crescita socioeconomica.

È impensabile, dunque, continuare ad affrontare queste tre grandi questioni in maniera separata e appare sempre più urgente elaborare strategie politiche ben integrate.

A tal proposito, la proposta lanciata qui dal ministro Maurizio Martina per un unico Ministero dell’alimentazione che riunisca competenze a oggi sotto altri dicasteri riveste senza dubbio un’importanza decisiva non solo per l’agricoltura ma, più in generale, per la sostenibilità – sociale, ambientale, economica – del nostro paese.