Sono in chiusura  i palinsesti delle grandi reti nazionali per la prossima stagione televisiva 2010-2011, con i nomi delle trasmissioni che inizieranno da settembre. Fra new entry e riconferme spicca  la presenza di quei programmi che dovrebbero parlare di cibo e agricoltura. Tanto per ricordarne  qualcuno Occhio alla Spesa, La prova del cuoco, Onda Blu e Linea Verde. Per non parlare poi di tutti quelli che lo fanno anche senza una specifica linea editoriale dedicata, ma in quanto  programmi-contenitore con spazi  per varie tematiche. Così puoi trovare lo chef di moda alla Vita in diretta, la ricetta del piatto tipico a Uno Mattina o il prodotto raro raccontato all’interno di Sereno Variabile.

Se ci pensiamo bene, sono  tante le ore delle reti nazionale, delle televisioni locali e dei canali tematici satellitari che vengono dedicate al tema dei prodotti tipici italiani, delle feste paesane, delle tradizioni culinarie. Una televisione, se si esclude l’intrattenimento politico, che è tutta da “mangiare”. E nonostante questo grande polpettone di comunicazione alimentare, mi chiedo sempre più spesso quanto di fatto tutto questo riesca a raggiungere, e soprattutto come, i consumatori italiani. C’è più conoscenza o più confusione? La spettacolarizzazione dell’agricoltura e della cucina hanno reso davvero la gente più vicina a queste realtà ? Sono  domande alle quali  è difficile dare una risposta.

Mi auguro che nella prossima stagione televisiva, soprattutto in quelle rubriche che vengono prodotte dalla televisione  pubblica, si riesca a dare un’ immagine coerente e concreta della nostra agricoltura, che troppe volte è stata fatta conoscere per quella che in realtà non è. Le modalità più da talk show con cui certi programmi   trattatano gli argomenti sul cibo,  per aumentare l’audience, non trovano una reale conferma nel mondo agricolo. Per questo motivo dobbiamo esigere una tv più professionale, che possa anche in parte andare a colmare quel gap che tutti noi abbiamo nei confronti di  tematiche  come l’educazione alimentare e ambientale che anche  la scuola continua ad ignorare. Ben venga la bellissima Isoardi.