SONO pochi per ora quelli riconosciuti dalle regioni, ma tanti di più quelli che rappresentano esempi dell’eccellenza produttiva d’Italia; sono i Distretti Rurali ed Agroalimentari. Si distinguono per un insieme di attività e funzioni diversificate: agricoltura, agriturismo, turismo rurale, artigianato e piccola industria con base comune territoriale e in grado di valorizzare le risorse locali; e, per quelli agroalimentari di qualità, una filiera produttiva significativa, di produzioni certificate e tutelate, di un sistema consolidato di relazioni tra imprese agricole e agroalimentari.

La crisi non ha però risparmiato anche queste realtà, anzi ha fatto emergere la criticità di un sistema agroalimentare troppo frammentato. Sarebbe interessante analizzare come hanno reagito questi microcosmi che, in assenza di un’efficace politica nazionale, si sono attivati con iniziative autonome: potrebbe rivelarsi utile per una riflessione più ampia su un settore che si regge sulla sommatoria del contributo di tutte Pini. Partendo dalle soluzioni a livello macro, si potrebbe arrivare a formulare soluzioni da applicare anche a livello macro. Ecco perché Fondazione Qualivita, Banca Mps ed Expo 2015 hanno dato vita ad un road tour tra i maggiori distretti agroalimentari italiani per ascoltare la voce delle imprese: partirà il 30 da Mantova e proseguirà in tutto il Paese.

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