È impressionante, basta dare un’occhiata a tutta la stampa internazionale, di come sia in forte aumento l’attenzione sul fronte “emergenza cibo”; difficile è trovarne traccia invece in quella italiana. Di qui, la necessità mia personale, di ritornare sull’argomento che avevo altre volte trattato, soprattutto in concomitanza di nuove informazioni ed aggiornamenti che il mondo scientifico elabora in continuazione. L’aumento del costo delle materie prime, le calamità naturali, la speculazione finanziaria, sono solo alcuni dei fenomeni che hanno portato alla situazione attuale di crisi; il mondo intero sta subendo le conseguenze di una politica economica e sociale guidata più dalle lobby e da interessi privati che da una strategia di crescita e sviluppo condivisa a livello planetario. Quali sono i motivi e le implicazioni dell’attuale scenario? Analizzando oggettivamente l’andamento economico globale non si può non vedere il disequilibrio che si è venuto a creare tra domanda e offerta. Se da un lato i Paesi emergenti sono in continua ricerca di commodities, dall’altro il cambiamento climatico e l’andamento economico rendono l’offerta sempre più limitata e incapace di far fronte alle richieste. Le alluvioni in Australia e Pakistan, gli incendi in Russia e la siccità in Cina, che ha colpito il 42% delle coltivazioni di grano, hanno portato in poco tempo a rialzi vertiginosi dei costi delle materie prime. Basti pensare che negli ultimi 6 mesi è aumentato del 33% il prezzo dello zucchero, del 37% quello della soia, del 47% il caffè e del 26% il petrolio. L’indice FAO dei prezzi alimentari ha raggiunto il picco storico di 236 punti, con un incremento del 2,2% rispetto a inizio anno superando la soglia di attenzione di 213,5 toccata nel 2008; è il valore più alto dal 1990. Per mais e grano la situazione nell’ultimo periodo è peggiorata drasticamente arrivando ad un aumento dei prezzi, registrato dalla Borsa di Chicago, rispettivamente del 87% e 74%. A causa di ciò il numero di persone che vivono in situazioni di estrema povertà è aumentato di 44 milioni che vanno ad aggiungersi agli oltre 900 milioni di individui che soffrono già la fame. A fronte di un incremento della popolazione mondiale, che si stima arriverà nel 2050 attorno ai 9 miliardi, la produzione di cibo dovrà aumentare almeno del 70%. Numeri e cifre che parlano da soli e che ci proiettano in un futuro difficile.

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