Il Tirreno Grosseto – Arcidosso capitale del castagno per tre giorni. Si è chiusa domenica con l’assemblea dell’associazione nazionale Città del castagno l’iniziativa che ha portato in Amiata appassionati da tutta Europa, esperti di gastronomia, politici, associazioni, studiosi. Con intermezzi suggestivi di cultori di tradizioni popolari come i Cardellini del Fontanino di Casteldelpiano o il chitarrista Antonio Petorsoli o la compagnia teatrale I soliti ignoti. Fra i professionisti ha vinto l’arte di Flamini, un giovane di Semproniano. Tutti in un laboratorio che gli organizzatori (Lorenzo Fazzi, Presidente dell’associazione castagna IGP Amiata e l’assessore della Comunità Montana Giulio Mazzarelli), hanno messo su, in una tre giorni in cui si è allestita una vetrina sul presente del castagno e la base del suo futuro. Ubaldo Corsini presidente onorario della giuria: «Un magnifico sforzo – dice – che è il canale giusto per far conoscere la castagna e i trasformati. Il suo impiego in campo dolciario può costituire una spinta giusta per la promozione dell’Amiata che scommette sulla genuinità e la naturalità». E notizie positive sono arrivate da Alberto Manzo, dirigente Mipaf, e da Gianni Salvadori, assessore regionale. Il primo ha annunciato l’approvazione del Piano Strategico del castagno che è il quadro (fino ad oggi mancante), per le azioni future relative al castagno, anche rispetto a eventuali contributi nazionali. Obiettivo: difesa della castagna sativa europe. E l’assessore regionale ha rimarcato che la tutela della castagna significa mantenere in vita un territorio. Come primo contributo concreto la regione si impegna a lanciare in Toscana 2000 coppie di antagonisti del Cinipide, a semplificare le procedure burocratiche e la messa a disposizione di contributi finanziari. Buone notizie a cui, di contro, sono arrivate le bacchettate di Mauro Rosati, segretario della Fondazione Quadrivita, il quale ha richiamato i castanicoltori alla necessità di aggregare imprese».