Nel cofanetto 2 volumi utili per il consumatore che vuole conoscere i prodotti certificati

Momento assai intenso per il mondo agroalimentare e vitivinicolo italiano, in bilico tra moderata euforia (crescita decisa dell’export) e sensibile preoccupazione (flessione dei l’occupazione) ed una probabile food tax alle porte.

Si è appena concluso il Cibus di Parma, appuntamento di riferimento per l’intero settore, che ha evidenziato una buona vitalità del comparto con un total business da 127 miliardi di giuro l’anno (+ 2,4°lo rispetto al 2011) e un export che nel 2011 si è attestato intorno ai 23 miliardi (+10%) e che punta a superare la soglia dei 25 miliardi di euro entro la fine del 2012.

Un segnale incoraggiante testimoniato una volta di più del grande appeal del quale le nostre eccellenze godono oltre confine, come dimostrato anche dal travolgente successo che sta caratterizzando l’avventura newyorkese di Eataly. Divenuto uno dei luoghi più visitati della Grande Mela, Eataly sta per aprire la sua "filiale" romana, un colosso da oltre 20mila metri quadrati, un vero e proprio luogo di culto per la sempre più numerosa schiera di food & wine lover.

Ma che il nostro patrimonio sia un brand che funziona è evidenziato anche da un fenomeno negativo, vale a dire la crescita di quell’italian sounding che movimenta ben 60 miliardi di euro l’anno, un vero e proprio vulmus che colpisce i nostri produttori, un mancato guadagno, spesso il frutto di una inadeguata conoscenza da parte del consumatore.

Ed è proprio al consumatore che desidera approfondire la propria conoscenza del mondo dei prodotti certificati italiani che è dedicato il nuovo Atlante Qualivita Food & Wine, presentato oggi. Un’opera di alto valore e di facile consultazione che racconta, attraverso un sistema a schede, ben 243 prodotti agroalimentari e 521 denominazioni vitivinicole dei nostro Paese. Oltre 1200 pagine, corredate da fotografie e cartografie a colori, che illustrano i distretti della qualità certificata made in Italy.

Un cofanetto che raccoglie, appunto, due volumi. Il primo dedicato al food, un’opera giunta alla sua sesta edizione e che vede il patrocinio del Mipaaf e la collaborazione dell’Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) e di Accredia.
Il secondo, ed è la novità di questa edizione 2012, ha come protagonista il mondo delle denominazione vitivinicole italiane e si è avvalso anche della collaborazione di Federdoc, la Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazione dei Vini Italiani.

L’Atlante curato dalla Fondazione Qualivita, da 10 anni in prima linea nella promozione dei prodotti certificati nostrani, costituisce un utile strumento di consultazione anche per gli addetti ai lavori e ha tre principali obiettivi: quello di fornire un sostegno per adeguarsi alle nuove politiche europee, quello di fornire un aiuto ai consumatori nella comprensione dei sistemi di controlli e, ultimo, quello di garantire una migliore percezione del comparto della qualità certificata.

D’altra parte il mercato dei prodotti certificati sembra essere tra i pochi a tenere botta. Segno evidente di un bisogno, da parte di chi acquista, di sentirsi tutelato. Questo non solo in Italia ma in tutta Europa dove il totale dei prodotti registrati è pari a 1093 (543 Dop, 513 Igp e 37 Stg). E l’Italia, con le sue 243 denominazioni registrate (152 Dop, 89 Igp e 2 Stg), rappresenta un caposaldo fondamentale della qualità europea con 85mila aziende coinvolte nel settore dei prodotti Do, 1,3 milioni di tonnellate di volume prodotto Do e 10 miliardi di euro al consumo.

Anche nel comparto vitivinicolo italiano le denominazioni rivestono un ruolo fondamentale: su 651.863 ettari di superficie vitata il 40°ßo è occupato da aree Docg e Doc, il 30% da aree Igt e il restante 30% da vini da tavola. Le 521 denominazioni nostrane si traducono sugli scaffali di vendita in oltre 1700 tipologie diverse di vini: un patrimonio varietale senza eguali che ben si accoppia a quello altrettanto vasto dei comparto agroalimentare.

In collaborazione con Stefano Carboni