Fino a non molto tempo fa, Giovani, Innovazione e Startup erano concetti culturalmente piuttosto distanti dal settore primario poiché, nell’immaginario collettivo, la terra e i contadini costituivano il simbolo di quanto più arretrato potesse esistere.

 

Complice la crisi economica e anche la presenza di un Ministro delle politiche agricole di soli 37 anni, Maurizio Martina, la situazione nel nostro Paese è a poco a poco cambiata: l’agricoltura italiana sta ‘ringiovanendo’ in maniera significativa e questo nuovo corso ha contagiato tutta la società, fino al punto che la considerazione del mestiere di agricoltore ha subìto negli ultimi anni una forte rivalutazione.

 

Un piano per i giovani

L’agricoltore contemporaneo, infatti, non è solo colui che coltiva la terra ma un soggetto che svolge più funzioni: produttore di beni alimentari e di materie rinnovabili, uomo digitale, protettore dell’ambiente nonché, di fatto, responsabile del territorio. Ed è proprio in tale prospettiva che il Ministro  Martina, in questi mesi di governo, ha voluto convogliare azioni e risorse in grado di favorire l’entrata in scena dei giovani.

 

Sono tre i macro-interventi realizzati dal ministero delle politiche agricole in meno di un anno e mezzo per agevolare l’ingresso degli under nel settore primario. Si parte con “il Piano giovani” del 2014, che contiene misure concrete su mutui agevolati, detrazione per l’affitto dei terreni, sgravi e deduzioni Irap per l’assunzione dei giovani, crediti d’imposta per e-commerce e innovazione, oltre ad un migliore accesso al credito e ad una maggiorazione degli aiuti europei. Una partenza sostanziosa.

 

Queste misure sono state seguite da un piano di investimenti da 2 miliardi,  dove tanto spazio è stato dato ai giovani nel biennio 2015-2017, con obiettivi dichiarati: aumentare la capacità produttiva e la competitività, favorire l’internazionalizzazione, far nascere startup e creare nuova occupazione. Questa spinta non si è esaurita in Italia poiché il Ministero ha usufruito anche del semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo per inserire nell’agenda del Consiglio stesso un documento che contenesse tre elementi fondamentali a sostegno del ricambio generazionale: accesso al credito, facilitazione per l’acquisto della terra e formazione.

 

 

Startup e Innovazione

Anche Expo è servita a rilanciare il tema dell’innovazione agricola;  tanti appuntamenti sono stati messi in agenda, tra i quali uno molto importante, dedicato specificatamente alle startup, si è svolto la settimana scorsa. Nell’occasione, Martina ha annunciato che da settembre sarà attivo un nuovo fondo di 20 milioni di euro per finanziare le nuove imprese dell’agrifood capaci di innovare e proporre soluzioni per il nostro modello agricolo. In tutte queste azioni, oltre al denaro, c’è la forza di un progetto che guarda anche al medio-lungo periodo, prendendosi in carico di programmare il futuro di un settore in cui il Paese è leader, ma fatica a sviluppare le reali potenzialità.

 

Durante il forum sono stati premiati i vincitori del concorso organizzato sempre dal Ministero  tra le 25 startup emergenti dei “Nuovi Talenti Imprenditoriali’, selezionate fra 400 progetti; segno questo di una vitalità e di un interesse anche da parte della ricerca. Ad aggiudicarsi la vittoria è stata la società Pnat, spin-off dell’Università di Firenze, per il progetto Jellyfish Barge: una serra modulare galleggiante, con una superficie di 70 mq, in grado di garantire con le coltivazioni idroponiche, la sicurezza alimentare senza pesare sulle risorse esistenti.

 

Rinascimento Digitale

“L’agricoltura e l’agroalimentare – ha detto Salvatore Santangelo, docente universitario esperto  di innovazione – sono i settori in cui le startup e il digitale possono dispiegare molte delle loro potenzialità, specialmente nel campo della comunicazione perché ci permettono di raccontare in modo innovativo e interattivo i prodotti, le origini, l’ambiente, le donne e gli uomini che sono gli attori di questo tentativo di dar vita ad un nuovo Rinascimento italiano

 

Anche Maurizio Milan Digital Education Manager Gruppo 24Ore  conferma  che la sfida di internet of Food o Food Tech è oggi uno degli ambiti di più grande interesse; “Nei prossimi 15 anni avremmo un milione di persone  in più che lavorano in questo settore in un contesto di  evoluzioni tecnologiche come  l’agricoltura di precisione, le stampanti 3D per il cibo, i sensori molecolari portatili per indicare il contenuto di un alimento, fino ad arrivare ai nuovi modelli e piattaforme di e-commerce, comunicazione e valorizzazione di prodotti e territori. Interessanti sarà anche l’uso delle etichette intelligenti per la tracciabilità dei prodotti e le applicazioni per ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera produttiva.  Seguendo lo sviluppo di quanto detto fino ad ora penso si andrà presto verso quello che molti definiscono un Rinascimento Digitale nel cibo o New Food Economy."

 

L’Italia (come del resto gran parte dell’Europa) sul fronte innovazione si muove comunque in un evidente ritardo per una serie di motivi ‘atavici’: il gap complessivo delle infrastrutture, le difficoltà del ricambio generazionale, la mancanza di investitori specifici sul settore.

 

L’obiettivo che tutti ci dobbiamo porre, in primis il governo e le imprese,  è quello di trasformare i ritardi in occasioni, attraverso un progetto serio, a lungo termine, che delinei un nuovo modello agricolo italiano adatto ai giovani in cerca di lavoro, alla qualità dei nostri prodotti e all’unicità del nostro territorio. Per trasformare i gap in punti di forza reali oggi possiamo sfruttare di fatto tre vantaggi competitivi:  la peculiarità del nostro stile di vita che il mondo intero ci riconosce, la leadership in fatto di ‘tecnologia alimentare’ e la facilità con cui, grazie alle esperienze digitali, il localismo del mondo agricolo italiano può entrare nella dimensione globale. Il nostro futuro si gioca sul binomio Terra e Digitale.

 

LE OPINIONI

Gabriele Mirra

Chief Operating Officer di Italiaonline

Le startup sono il sale del futuro digitale dell’Italia

La sensazione è molto incoraggiante, tanti giovani di talento decidono consapevolmente di occuparsi di agricoltura con un approccio "2.0" mettendo la loro capacità di innovare sempre di più a disposizione della valorizzazione del prodotto tipico e dei territori in cui questi prodotti vengono generati.

 

Raffaele Borriello

Direttore Generale di ISMEA

Investiamo in innovazione

L’obiettivo, del progetto Mipaaf da 20 milioni di euro per le startup, è quello di convogliare verso un progetto giudicato innovativo e con elevate potenzialità di crescita risorse pubbliche e private, coinvolgendo players come i venture capitalist, business angel, early stage financer e altri soggetti in grado non solo di apportare un contributo finanziario all’azienda ma di trasferire anche il know how necessario per la sua affermazione sul mercato.

 

Antonio Belloni

Saggista autore di Food Economy

Un settore in evoluzione

La statistica sulla natalità ci dice poi che il settore food è quello con più nuove imprese mentre i modelli di business innovativi nascenti più comuni a questo momento "caldo" per il settore, sono quelli distributivi; poca innovazione di prodotto, perché quasi tutti poggiano sul fattore web per migliorare e fluidificare i processi di distribuzione e vendita già in corso.