La possibile liberalizzazione dei domini web .orine e .vin da parte dell’Icann (Internet corporation for assigned names and numbers, l’organizzazione con sede a Los Angeles che si occupa della gestione e assegnazione, a livello mondiale, dei nomi a dominio in internet) preoccupa l’Europarlamento. Martin Schulz, presidente degli eurodeputati, ha inviato una lettera lo scorso 19 marzo alla Corporation statunitense. Oggetto della missiva i rischi derivanti dalla possibilità di concedere a terzi i nomi a dominio «premium», il cui contenuto non è specificato, e che potranno essere venduti all’asta al migliore offerente.

 

La questione era stata sollevata il 15 marzo scorso dal ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina, intervenuto a seguito dell’annuncio del dipartimento Usa nazionale telecomunicazioni – Ntia di voler cedere il controllo dei domini generici di primo livello finor a gestito dall’Icann. Un’apertura che nasconde anche dei seri rischi. Rischi che Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Ua ha evidenziato a Schulz.

 

La possibile liberalizzazione di nomi a dominio contenenti celebri indicazioni geografiche (ad esempio chianti.wine, bordeaux.vin, rioja.wine) potrebbe consentirne l’utilizzo a imprese che nulla hanno a che vedere con i vini di qualità delle denominazioni indicate. Cosa che, chiosa De Castro, «si tradurrebbe in un’errata informazione al consumatore fuorviato dai domini utilizzati. Le aziende del settore vitivinicolo potrebbero quindi essere oggetto di atti di pirateria informatica, concorrenza sleale, abusi e appropriazione fraudolenta dell’indicazione geografica stessa».