«Un prodotto DOP fidelizza il consumatore, che non torna più indietro nella scelta ed è disposto a pagare qualche euro in più rispetto alla produzione generica». Per Giuseppe Liberatore, presidente di Aicig l’associazione dei Consorzi Indicazioni Geografiche, non ci sono dubbi sul valore del riconoscimento di una denominazione. «Oggi c’è una sempre maggior attenzione alla qualità e alla provenienza di un alimento e delle materie prime con il quale è fatto. Per questo i DOP hanno un indubbio vantaggio rispetto agli altri prodotti. Le denominazioni hanno ¡ tre elementi indispensabili di garanzia che chiede il consumatore, l’origine, le regole di produzione, e il controllo da parte di un ente terza La vera sfida, adesso, è educare il consumatore che deve essere informato e edotto su questi principi di garanzia e qualità». L’ultimo rapporto Ismea Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentari e vitivinicole DOP, IGP STG Giuseppe liberatore parla di una quantità certificata pari a 1,47 milioni di tonnellate di prodotti Food e 23 milioni di ettolitri per il comparto Wine.

 

Complessivamente il valore alla produzione Food e Wine raggiunge i 13,4 miliardi di euro, per una crescita del +4% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare. Un valore importante anche in termini di esportazioni con 7,1 miliardi di euro, un incremento di oltre il +8% su base annua, per un peso del 21% sul totale dell’export agroalimentare italiano L’Italia rimane leader mondiale per numero di certificazioni, con 807 prodotti iscritti nel Mauro Rosati registro UE, di cui 284 Food e 523 Wine secondo i dati di maggio del ministero dell’agricoltura. Come spiega Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita, «il valore della DOP non soltanto nel prezzo. Ma ha una ricaduta su tutta una filiera che viene organizzata e che può stare sul mercato con caratteristiche più performanti.

 

Le DOP hanno riconoscibilità come brand, come marchio unitario di un prodotto, ma hanno valore commerciale tra i buyer in quanto possono vendere un prodotto controllato». Per Rosati «la DOP è un valore a 360 gradi, per creare sinergie tra aziende per valorizzare un territorio A patto, ovviamente, che si riesca a organizzare una filiera». Sempre dall’Osservatorio Ismea Qualivita nel comparto Food nel 2014 è stata certificata una quantità pari a 1,47 milioni di tonnellate (+12,6% sul 2013), che ha permesso di raggiungere un valore alla produzione complessivo di 6,4 miliardi di euro per una crescita del +2,5% rispetto al 2013 (+4,2% l’incremento del valore al consumo). Anche la produzione di vini di qualità è in crescita. Nel 2014 hanno ottenuto la certificazione DOP 13,4 milioni di ettolitri (+7% su base annua). Una lieve battuta d’arresto si è avuta nel comparto delle IGP, attestate a 9,5 milioni di ettolitri di cui quasi 1 mln è stato esportato all’estero sfusa. La quantità certificata complessiva di quasi 23 milioni di ettolitri vale 7 miliardi di euro alla produzione, per un +5% su base annua.