In questi giorni sulle pagine de La Nazione, dopo il mio editoriale "C’è McItaly. Scomessa vinta" si sono susseguite una serie di dichiarazioni del Ministro Luca Zaia che vi allego. Ribadisco il fatto che secondo la mia opinione tutto quello che concerne la nostra alimentazione ha poco a che fare con l’essere di destra o sinistra.

La Nazione 29 gennaio 2010
C’È MCITALY. SCOMMESSA VINTA
Editoriale di Mauro Rosati
Quando sei anni fa andai ad incontrare l’allora amministratore delegato di McDonald’s Italia a Milano, Mario Resca, fui preso per visionario alla proposta che feci di fare un fast food solo con prodotti DOP e IGP italiani. Mi ricordo bene quell’incontro e soprattutto mi ricordo che nello stesso periodo, perché credevo davvero in quest’idea, volli come relatore al nostro Forum, Jürgen Knaus, autore della campagna di comunicazione globale di McDonald’s, dell’agenzia pubblicitaria Heye & Partner, chiamato per rivitalizzare in tutto il mondo il brand di McDonald’s, che a fine 2002 aveva scritto per la prima volta negli ultimi 37 anni un bilancio trimestrale in rosso. Con lui, personaggio di grande spessore internazionale, discutemmo a lungo del concetto di qualità e di che cosa pensassero realmente gli americani sul food grazie alla sua personale esperienza in otto mesi di lavoro che avevano portato la sua compagnia a vincere su altre 14 concorrenti mondiali. Da quell’idea che sembrò folle, da quei concetti sul food di qualità ancora molto lontani da quelli percepiti dai consumatori italiani ed europei e soprattutto distanti dalle idee proposte da Qualivita, oggi siamo arrivati al primo McItaly. Un percorso lento, iniziato nel 2006 con l’introduzione di alcuni prodotti DOP e IGP nella lista degli ingredienti di alcuni panini, come il Parmigiano Reggiano DOP, lo Speck Alto Adige IGP; per arrivare nel 2010 all’inaugurazione del McItaly di Piazza di Spagna a Roma, con solo prodotti italiani. Un passaggio epocale o meglio mutamento senza precedenti e non solo per l’alimentazione in senso stretto, ma anche per il modello culturale sotteso, tanto che il coraggioso nuovo AD di McDonald’s Roberto Masi ha dovuto farsi autorizzare direttamente dalla casa madre di Chicago, aiutato e sollecitato dal Ministro Zaia. Fin qui la parte bella della storia; ma adesso bisogna saper gestire con attenzione questa vittoria, anche se simbolica, del modello alimentare/agroalimentare italiano; per far diventare questa opportunità un vero e proprio asset per le imprese agricole del nostro paese; tanto piccole e tanto poco avvezze a trattare, o meglio a commercializzare; non vorrei che il Lupo travestito da nonna mangiasse il nostro Cappuccetto Rosso….

La Nazione 30 gennaio 2010
IL CASO MCITALY E GLI “ALTI LAI” (FUORI TEMPO) DELLA SINISTRA
Luca Zaia
Ministro delle politiche agricole e forestali
EGREGIO DIRETTORE,
leggo con grande piacere sul suo giornale l’editoriale di Mauro Rosati, che mi convince ogni giorno di più che l’operazione Mcltaly andava fatta. Come si sa, le vittorie hanno sempre tanti papà. Al termine dell’articolo mi è venuta una domanda che le rigiro, senza malizia: non ho dubbi che le cose siano andate come le racconta Rosati, ma allora perché il Ministro De Castro non ha concluso quanto da Qualivita avviato? E se fosse solo una questione di tempi e di non volontà politica, come mai gli alti lai da parte della sinistra?
Risponde Mauro Rosati:
La risposta del Ministro Zaia mi ha colto un po’ di sorpresa: sono stato tutto il giorno a spiegare a molti amici che mi chiedevano il perché avevo ancora una volta promosso ed apprezzato una sua iniziativa, come è chiaramente citato e riportato nell’editoriale. Credo comunque che il frutto di certi cambiamenti culturali siano sempre l’insieme di attività che la società nelle sue varie articolazioni compie. Le trasformazioni radicali di questo genere hanno bisogno dei propri tempi. Personalmente non ho mai creduto comunque che certe filosofie della sinistra legata all’archeologia alimentare, appoggiate anche dai governi e personalità del centro-destra, fossero un bene per i consumatori e per il sistema agroalimentare italiano. Anzi ne ho sempre pubblicamente dichiarato i limiti. Ritengo comunque più utile, in un momento di forte crisi del comparto agricolo italiano, discutere di nuove opportunità che le nostre aziende possono cogliere e di come far mangiare meglio i nostri figli. Le stelle ed i riconoscimenti li lasciamo per un’altra occasione!

La Nazione 31 gennaio 2010
Egregio direttore,
non voglio rubarle altro spazio oltre a quello che ieri gentilmente mi ha concesso. Ma non vorrei che il mio intervento di ieri, rivolto a qualche anima candida che con l’ottimo Rosati non ha nulla a che spartire, fosse suonato polemico invece nei confronti del curatore di una delle iniziative di questo Ministero, l’Atlante Qualivita. Per una certa sinistra, ieri, il fatto di poter attaccare “McZaia” è stata una tentazione irresistibile. S’immagini che perfino l’ultimo baluardo leninista d’Europa, il Guardian, mi ha annoverato tra i traditori della Patria. Invece, non avevo letto bene il pezzo di Rosati: egli interpreta davvero un altro modo di pensare. Questa mia serve, quindi, ad uscire da ogni misunderstanding (così anche quelli del Guardian capiscono). “McZaia” continua a stimare e, se si può dir così, a voler bene a “McRosati” che, certo più di me, dovrà guardarsi da alcuni ex-compagni di merende.
Luca Zaia
Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali