L’austera sede della Camera di Commercio nel Tempio di Adriano non ha spesso assistito all’esibizione di tanti buonissimi cibi riuniti dal Corpo Forestale dello Stato per far conoscere al pubblico la realtà – sempre più attuale in queste vigilie di festività – del grave problema della contraffazione dei prodotti alimentari.

L’evento «Vero o Falso 2013» – aperto dal dibattito con il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, il vicepresidente di Slow Food Silvio Barbero, Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita e il Capo del Corpo Forestale dello Stato, Cesare Patrone, moderati da Massimiliano Ossini , ha mostrato gli effetti della dura ed efficace campagna condotta dal CFS contro il fenomeno del falso alimentare che ha ormai raggiunto un fatturato di circa 14 miliardi di euro in continua crescita.

Nella loro azione di denuncia e repressione, i Forestali hanno contestato oltre 13o reati – con più di 150 denunce – e 78o illeciti amministrativi per un importo complessivo di 3.465.000 euro di sanzioni. A questa crescente valanga di abusi i consumatori possono cercare di opporsi prestando più attenzione alle etichette dei prodotti che in tempo di crisi pullulano nei punti di vendita, sopratutto nei banconi delle vendite «in offerta».

Nell’evento «Vero o Falso» si è parlato soprattutto di sequestri: confezioni di pseudo parmigiano con nomi ingannevoli, falso lardo di Colonnata, panettoni con margarina vegetale di sospetta provenienza al posto del burro, formaggio di Castelmagno taroccato, olio d’oliva contraffatto e, cosa ancora più grave, mozzarelle prodotte con latte di bufale affette da brucellosi e altri prodotti alimentari scaduti, privi di etichette e in cattivo stato di conservazione.

Dopo una scorsa terrificante ai banchetti in cui sono mostrati alcuni esempi di questi prodotti di «agropirateria» per suscitare maggior prudenza negli acquisti, si arriva invece all’esposizione che offre le migliori realtà di una produzione e di un commercio che rispettano le regole.

Ecco cotechini magnifici su letti di vere lenticchie di Castelluccio (e non provenienti dal Canada e impacchettate in Portogallo poste a confronto), squisiti panettoni infarciti di frutta tropicale garantiti dal marchio dell’ Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, le leccornie dei consorzi DOP del gorgonzola, del prosciutto di Parma e di altre eccellenze alimentari dal prosecco all’olio extravergine toscano.

Ma il settore più commovente è stato quello che mostra i prodotti delle Associazioni della lotta antimafia – come Libera di don Ciotti e Le Terre di don Peppe Diana-Libera terra che hanno messo a coltura terreni e prodotto vino, miele e taralli e addirittura gestito caseifici per superbe mozzarelle su terreni e aziende sequestrate alle cosche malavitose del Mezzogiorno.

Una vera e utile testimonianza, oltre che di altissima civiltà, di recupero e valorizzazione di paesaggi agricoli di valore che sono la migliore garanzia per un’alimentazione sana.