Un messaggio chiaro da Big&Small, convegno sulle forme del commercio di filiera

Si svolge a Roma, proprio oggi Big&Small, convegno sulle forme del commercio e del marketing di filiera. Tanti i relatori, i numeri uno dell’economia e della distribuzione e un messaggio quasi univoco: l’agroalimentare italiano si salva solo puntando sulla qualità dei prodotti e sull’internazionalizzazione.“Non possiamo certo sfidare i nostri competitor sul piano della proposta massificata – spiega Mauro Loy, Amministratore Unico di Methos, la società di consulenza che ha organizzato il convegno – lì partiamo perdenti perché non abbiamo né i numeri né le risorse per questo tipo di sfida. Dobbiamo necessariamente puntare sulla qualità dei prodotti di un paniere agroalimentare unico al mondo e sulla voglia di made in Italy che riscontriamo in giro per il mondo”.Ma se la questione qualità non sembra rappresentare un problema, in quanto insita nel DNA del nostro Paese, diverso è il discorso che concerne l’internazionalizzazione dei nostri prodotti.“Ci sono delle innegabili difficoltà – ammette Loy – legate al fatto che i più grandi retailer della distribuzione italiana in realtà non sono così grandi. Non sono certo in grado di competere con un colosso come Carrefour che, in un mercato appetibile come quello asiatico, conta oltre 600 ipermercati e che quindi può sviluppare una potenza di fuoco per noi impensabile. Ma eventi come Big&Small servono anche a cercare, e trovare, delle soluzioni per offrire ai prodotti italiani “superior” gli adeguati sbocchi verso i mercati di maggior interesse. E il fatto di aver riunito intorno a un tavolo i principali attori della filiera di settore è già un passo in avanti nella giusta direzione”.Senza perdere di vista il mercato interno che, nonostante l’evidente contrazione, continua a rimanere un punto di riferimento essenziale, nel corso della due giorni romana è stato tracciato un interessante identikit del consumatore nostrano.“Cauto, tendenzialmente nomade, poco interessato alle scorte e molto attento al rapporto qualità/prezzo – conclude Loy – non sembra più subire il fascino delle offerte che riempiono il carrello, inizia a fare suoi concetti come stagionalità e prossimità ma poi, e questa è stata una sorpresa, alla fine è piuttosto sprecone. Prodotti alimentari per oltre 400 euro l’anno finiscono infatti nel bidone della spazzatura”.

 

I fumetti per insegnare a mangiare meglio

Il problema dell’alimentazione infantile è grave e  tocca da vicino le nuove generazioni dei Paesi più progrediti. Mentre si moltiplicano le iniziative per combattere l’obesità infantile, causata spesso da “indigestione televisiva”, mancanza di movimento e spuntini da noia che stanno portando a gravi conseguenze sociali, ma soprattutto patologiche, si sta affermando una nuova tendenza: se non riusciamo a staccare la spina alla tv, allora proviamo a utilizzarla meglio. Così entrano in gioco i cartoni animati, tanto amati dalla fascia dei fruitori televisivi più piccoli, e anche i fumetti. Pare sia davvero questa l’ultima tendenza, per  parlare di cibo ai bambini e avvicinarli a scelte diverse. Su un numero recente di  Topolino, è uscita una storia sui mercati agricoli a km zero con Paperone che si fa convincere da Qui, Quo e Qua ad acquistare i sani ed economici prodotti coltivati nelle terre intorno a Paperopoli. Conquistato dal biologico e  preoccupato per i suoi supermercati, decide di imitare i produttori locali, come Nonna Papera, e di darsi anche lui al famer’s market. Nella tv americana, in tempo di crisi economica, è arrivato il “Muppet” affamato, per raccontare la nuova povertà ai bambini, ideato per spiegare che esistono coetanei più sfortunati, ed é stato molto criticato dalla destra conservatrice. In Giappone, già tradotto in molte lingue, è un successo il nuovo Manga che mette in guardia i consumatori dall’acquisto di prodotti agroalimentari contraffatti.

 

Europa – pubblicato il rapporto annuale del Sistema di allerta alimentare europeo (Rasff) da parte della DG salute e consumatori della Commissione europea.  Nel 2010 sono state 8.582 le notifiche avvenute (+8% rispetto all’anno precedente) e almeno una su due ha interessato  mangimi o alimenti provenienti da Paesi terzi e quindi bloccati ai confini.

 

Europa – il Parlamento europeo stanzia 250 milioni di euro da investire nel settore ortofrutticolo per il 2012. Apprezzamento da parte di Davide Vernocchi – presidente di Fedagri-Confcooperative – che sottolinea come questo intervento potrà essere d’aiuto per un comparto – quello dell’ortofrutta – che deve superare un periodo di grave crisi che sta investendo molte produzioni agricole.

 

Italia – La Liquirizia di Calabria, dopo una lunga fase di istruttoria, ottiene il riconoscimento europeo DOP. Il metodo di produzione della Liquirizia di Calabria DOP, un valore aggiunto per il territorio,  prevede tecniche di lavorazione sostenibili con le esigenze di salvaguardia dell’ambiente e della salute dei consumatori. Il paniere italiano delle DOP e IGP si conferma primo in Europa con 232 prodotti su un totale di 1057.