II ministro Catania al Rapporto Qualivita «Riaprire l’Ice e tutelare di più il Made in Italy»

Verso l’agricoltura c’è sicuramente un nuovo interesse come si legge dal Rapporto Qualivita Ismea 2011 sulle produzioni agroalimentari italiane Dop, Igp e Stg, presentato gli scorsi giorni al Ministero delle politiche agricole. La sintesi numerica racconta di una base produttiva di 85.000 aziende, un volume prodotto di 1,3 milioni di tonnellate, un fatturato alla produzione di 6 miliardi di curo (che diventano 10 al constuno) e un fatturato dell’export di 1,9 miliardi. Questa la fotografia dell’Italia della qualità, che si conferma leader in Europa per numero di prodotti registrati arrivati a fine 2011 a quota 239.

I NUMERI
Le 20 nuove denominazioni italiane del 2011, presentate con Anteprima Dop, significano circa 7200 nuove imprese che si inseriscono nel circuito della qualità agroalimentare, ma soprattutto si tratta di aziende disposte a farsi controllare per garantire la qualità del prodotto al consumatore finale.
«I numeri dell’Italia certificata Dop, Igp e Stg raccontano decisamente una bella storia: primi al mondo per numero di certificazioni, crescita della sensibilità verso la qualità da parte dell’intero settore e filiera – osserva Alberto Matracci della Sapienza di Roma e consulente Qualivita – Ma sarebbe ingenuo lasciarsi andare a toni trionfalistici: l’intero comparto fattura alla produzione quanto la Ferrero da sola (circa 6 miliardi) e i valori dell’export hanno ancora margini di miglioramenti. Data la sostanziale assenza di grandi e medie imprese capaci di imprimere un ritmo diverso al mercato, ritengo che il ruolo dei Consorzi sia cruciale nel futuro delle produzioni a DO. A mio avviso è nella loro capacità di divenire centri propulsivi di marketing che sta il futuro di mercato delle denominazioni. Alcuni, mi sembra siano già sulla strada giusta. Di contro, sempre ragionando in chiave di mercato, ritengo anche che una politica "todos caballeros" che cioè conferisca i certificati sia a prodotti complessi che a commodity marginali e sconosciute, sia forse da ripensare».
Egidio Sardo, Direttore generale di Ismea, ha sottolineato invece che come «già dai dati nuovi riferiti alle esportazioni e ai consumi interni anche per il 2011, sembra confermato l’andamento positivo per i prodotti agricoli e alimentari di qualità, evidenziando un trend di rinnovata fiducia».
Centrale rimane inoltre il tema della contraffazione sia nei mercati esteri che italiani. «I nostri prodotti subiscono concorrenza sleale sui mercati terzi – chiosa Giuseppe Liberatore, Presidente Alcig – anche se è stato fatto molto sia dal Ministro Catania che da Paolo De Castro, sul Pacchetto qualità» .

LA CONTRAFFAZIONE
Le risposte conclusive del Ministro dell’agricoltura Mario Catania sono state esplicite «La contraffazione danneggia tutto il nostro sistema produttivo orientato alla qualità. Dobbiamo e vogliamo difendere questo patrimonio. La prossima settimana proporremo un disegno di legge piuttosto complesso, sulla tutela della qualità e del Made in Italy. L’indicazione di origine dei prodotti deve essere leggibile, ma non è una panacea. Il Rapporto Quali-vita Ismea è di estrema qualità e sicuramente aiuta a far capire le nostre produzioni che hanno molto bisogno di essere riconosciute anche all’estero. Per questo deve ripartire l’Ice, dismessa troppo frettolosamente anche se ci sono poche risorse, ma cercheremo di usarle al meglio».

Al termine il Ministro a consegnato una targa di riconoscimento ai rappresentati delle 14 nuove denominazioni italiane registrate nel secondo semestre 2011: Farina di Castagne della Lunigiana Dop, Formaggella del Luinese Dop, Fagiolo Cuneo Igp, Fichi di Cosenza Dop, Porchetta di Ariccia Igp, Prosciutto Amatriciano Igp, Liquirizia di Calabria Dop, Coppa di Parma Igp, Brovada Dop, Carciofo Brindisino Igp, Seggiano Dop, Terre Aurunche Dop, Ciliegia dell’Etna Dop, Salva Cremasco Dop.

Stop alla Monsanto Francia, no mais ogm
FRANCIA – L’azienda americana biotech Monsanto, non venderà più mais geneticamente modificato in Francia, anche se una corte francese, aveva annullato la messa al bando del mais Ogm. Pur essendo stato invalidato il precedente divieto, il governo francese ha dichiarato che l’avrebbe reintrodotto prima della stagione di semina della prossima primavera. Così l’azienda si ritira dal mercato francese, dopo aver preso atto che non esistono le condizioni favorevoli alla commercializzazione del mais Mon81O.

Ora Mosca pensa a un dazio sul grano

RUSSIA – Voci sui mercati dei cereali, legate alle misure per limitarne le esportazioni, hanno provocato numerose tensioni tali da gettare il settore nel caos. La situazione resta complessa nonostante le smentite arrivate dalla Russia che ha negatodi avere in programma tali provvedimenti. Dalla rimozione del bando alle esportazioni, nel giugno scorso, fino a metà gennaio, Mosca, ha venduto all’estero una quantità record di grano. Nonostante la smentita, il Cremlino, si è riservato la possibilità di reintrodurre dazi per proteggere il mercato locale.

Fieragricola di Verona i marchi storici italiani
ITALIA – Alla Fieragricola di Verona, una rassegna dei marchi storici italiani acquisiti dai grandi gruppi stranieri. L’idea è di Coldiretti che propone lo scaffale del Made in itaiy che non c’è più. Divisi per decenni, contrassegnati dalle date, gli espositori mostrano alcuni celebri prodotti Made in Italy che ormai non ci appartengono più. Apprezzate eccellenze che hanno fatto la storia del nostro sistema agroalimentare e delle nostre tavole che nel corso degli ultimi decenni, sono state terre di conquista di grandi multinazionali estere.