Nella puntata di oggi: Farro di Monteleone di Spoleto DOP, Culatello di Zibello DOP, Ricotta romana DOP, Pera Emilia Romagna IGP

Farro di Monteleone di Spoleto DOP

-Umbria, nell’area montana a sud est della provincia di Perugia

-Oggi è in fase di rivalutazione tanto nelle diete dimagranti, quanto nei migliori ristoranti della Toscana. -Il farro è senza dubbio il cereale in chicchi più indicato per la sua versatilità, la facilità di cottura, il  gusto e le caratteristiche nutrizionali

-Aiuta chi è a dieta, perché ne basta una piccola porzione per allontanare la fame.

-Il Farro di Monteleone di Spoleto DOP è un ecotipo locale tipico dell’areale di produzione, che ha  assunto nel tempo caratteristiche specifiche e distintive

-Terreno sassoso, la sua coltivazione ci mette al riparo dai fitofarmaci, non se ne usano perché il farro  è una pianta resistente a infestazioni parassitarie

-Il Farro Integrale ha chicchi allungati e ricurvi, marrone chiaro ambrato, al palato consistente e  asciutto.

-Il Semiperlato ha una leggera graffiatura della superficie, un colore più chiaro, al gusto risulta più  morbido.

-Il Farro Spezzato presenta un colore marrone chiaro ambrato e aspetto caratterizzato da scaglie  vitree.

-Il Semolino di Farro ha un colore marrone molto chiaro, al palato è pastoso e dissolvibile

-Farro da sempre tipico della zona di Monteleone

-Per cucinare l’integrale serve ammollo di 12 ore e cottura di 2 ore

-Perlato non serve ammollo e cuoce in 20 minuti

-E’ farro vitreo non si inzuppa, non si incolla

-Da 1970 ripresa coltura, anticamente non si perlava, si spezzava con la macina poi veniva esposto al  vento e la crusca volava via

-Semolino di farro usato per polenta

-Era il cereale preferito degli antichi Romani. Oggi viene riscoperto per le sue grandi qualità. E’  energetico e ricco di minerali. Contiene vitamine anti invecchiamento. E aiuta chi è a dieta, perché ne  basta una piccola porzione per allontanare la fame

-Nell’800 era molto diffuso sia per alimentazione umana che animali

-Durante guerre essendo poco diffuso in altre zone, veniva lasciato durante i saccheggi, pensandolo  solo come alimentazione animale. Ha salvato i contadini delle zone.

-E’ un rimineralizzante: contiene calcio, fosforo, sodio, potassio e magnesio.

 

Culatello di Zibello DOP

-Emilia Romagna, provincia di Parma, nei comuni di Polesine Parmense, Busseto, Zibello, Soragna,  Roccabianca, San Secondo Parmense, Sissa e Colorno,

-E’ un prodotto di salumeria ottenuto dalla coscia del suino, imbrigliato in una sorta di rete a maglie  larghe di spago, dopo essere stato insaccato nel budello naturale

-Solo da cosce di suino pesante italiano proveniente da Emilia e Lombardia

-Prodotto che ha un peso comperso fra 3,50 e 4,50 kg

-In questa area molto nebbiosa e umida i prosciutti stagionavano con difficoltà

-Allora cominciarono a dividere il prodotto, fiocco di culatello parte anteriore e culatello parte posteriore

-La tecnica della lavorazione del culatello si è sviluppata a causa del microclima

-Prezzo fra 45 e 60 euro al kg

-Coscia lavorata e salata a caldo con sale pepe e vino rosso

-Il segreti nella lavorazione l’abilità nell’insaccarlo e nel legarlo

-L’ideale è servirlo tagliato a fette sottilissime.

-Preparare il Culatello di Zibello DOP per servirlo a tavola è un vero e proprio rito.

-Per prima cosa è necessario eliminare lo spago che lo riveste e successivamente togliere il  rivestimento e passarlo sotto l’acqua corrente spazzolandolo, in modo che alla fine risulti pulito.

-Se necessario, è consigliabile avvolgere il salume in un canovaccio inumidito con vino bianco.

-L’ideale è servirlo con il pane caratteristico della zona di origine ed un po’ di burro, in abbinamento ad  un vino frizzante secco non troppo aromatico

-Il prodotto è immesso in commercio nella sola tipologia Culatello di Zibello DOP.

-Il Culatello DOP è commercializzato intero o affettato al banco

Ricotta romana DOP

-Lazio. l’intero territorio della regione

-Da disciplinare solo 10% foraggio, il resto pascolo

-pasta bianca a struttura grumosa ed un caratteristico sapore dolciastro di latte., gusto delicato

-Distribuzione attraverso GDO, poco dettaglio Roma e Nord Italia

-Alimentazione dei greggi pascoli autoctoni non forzato con OGM

-Anche i mangimi usati come integratore devono essere autoctoni

-Con latte fresco di pecora

-Periodo di produzione ottobre giugno perché transazione delle greggi, negli altri mesi troppo poco latte

-Uso per pasta per dolci , unita al miele zucchero, caffè,.

-Se ha 4/5 gironi adatta per cuocere e per la pasta.

-Si conserva fino a 8 giorni

-Al naturale quando è freschissima ha gusto gentile delicato e gradevole

-La pecora nel suo latte elabora i sapori della regione

-Pasta bianca a struttura grumosa ed un caratteristico sapore dolciastro di latte

-Si trova in commercio dopo un giorno dalla lavorazione

Pera Emilia Romagna IGP

-Emilia Romagna, la zona di produzione comprende parte delle province di Reggio Emilia, Ferrara,  Modena, Ravenna e Bologna,

-Varietà Abate, Conference, Decana, Kaiser, Max Red Bartlett, Cascade, Passa Crassana e William

50% della produzione è abate IGP, alter varietà per il restante 50% con prevalenza di William, la  meno venduta la conference.

-Top di gamma è abate faccetta rossa, pregiatissima, grazie a posizionamento sulle piante che ha  permesso, hanno grado zuccherino maggiore.

-Abate è la regina delle pere, la più pregiata, la più costosa

-Purtroppo la GDO punta di più sui propri marchi più che su IGP

-Con CNR elaborato color test per consumatore per riconoscere livello di maturazione, ai diversi colori  corrispondono 3 livelli croccante, fondente, ultramatura

-Quando è matura il picciolo deve essere cedevole al tatto

-Per farla maturare in casa, va conservata a temperatura ambiente in un sacchetto di carta

-E’ frutto climaterico, che continua la maturazione anche da staccata, il sacchetto consente il  passaggio dell’ossigeno nelle cellule

-Le pere si deteriorano facilmente, si segnano, in commercio vengono messe dure, in casa andrebbe  fatta completare la maturazione

-Raccolte fine agosto settembre, si trovano fino a maggio

-A maggio giugno luglio si trovano quelle sudamericane

-Pera Emilia Romagna copre il 100 % dell’export in Europa

-Praticamente è una varietà che si produce solo qui

-È una questione di ambiente e di capacità di coltivazione. Molto difficile da coltivare, per impianti e  posizione,

-Notorietà riconosciuta, il 60% degli intervistati conosce la pera Emilia Romagna IGP