Considerando quello che si legge sui media e la frequenza in cui appaiono certe notizie, oggi come mai l’immagine dell’agroalimentare italiano è connotata negativamente; un aspetto che non riguarda solo i prodotti finiti al centro di scandali e  sequestri, ma che parte dall’origine della filiera, con  le proteste che iniziano nei campi e dagli allevamenti. I pastori che con le loro pecore, da tutta Italia, vanno a Roma per protestare davanti al Ministero dell’agricoltura;  l’irrisolvibile questione  dei pagamenti delle quote latte, per arrivare alla fine della filiera con il  prodotto finito, con  le mozzarelle blu o il maxi sequestro di pomodori cinesi. Ma tante altre, troppe, potrebbero essere ancora le notizie e le opinioni negative che tracciano un quadro desolante  del tanto celebrato food Made in Italy.

E se alla fine dovessimo scoprire che nonostante tutto questo la percezione degli italiani sullo stato di salute dei nostri cibi è diversa,  cosa dovremmo pensare? Che i giornali ci raccontano delle bufale? Oppure che tutto questo lavoro di controllo delle istituzioni preposte, Nas in testa, alla fine è rassicurante perché fa emergere il marcio e ci sentiamo tutti più garantiti? Domande legittime che ci poniamo dopo aver analizzato i dati di uno studio  condotto dalla ricercatrice Monica Fabris della società GPF  sui simboli dell’italianità che sono il risultato di  2500 interviste face to face su uno spaccato significativo della nostra società.

Il 35%  del campione  afferma che,  dovendo scegliere un simbolo positivo  adatto per indicare il nostro Paese,  punterebbero senza dubbio sul  “buon cibo”. Altro dato significativo,  il 43,1% degli intervistati crede che l’Italia abbia toccato livelli di eccellenza molto più nel  settore agroalimentare che nella moda, che viene citata in seconda posizione con il 23,6% e della cultura, in terza posizione con i 7,8%. In ultimo, e qui davvero mi sorprendo, il 58,5 % delle persone indica nell’agroalimentare la via per rilanciare l’immagine dell’Italia all’estero.

Ma se penso che nonostante il  poco interesse politico, l’agricoltura italiana  riesce ancora a  godere di ottima reputazione fra gli intervistati, mi chiedo cosa veramente avremmo potuto fare se  avessimo messo in atto  iniziative dedicate al mondo agricolo come hanno fatto Francia e Spagna. Magari noi avremmo mandato il Parmigiano sulla luna!