Per il settore agroalimentare, il 2012 è stato un anno caratterizzato da un forte dinamismo, concretizzatosi soprattutto sul piano politico-legislativo europeo.
Se da una parte il comparto è stato investito a pieno dalla crisi economica, come si è già avuto modo di approfondire, dall’altra questo è stato interessato da una serie di novità che hanno visto il loro compimento proprio nell’arco dell’anno che sta per concludersi. Ultima in ordine di tempo, ma di primaria importanza, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del regolamento che da esecuzione al cosiddetto “pacchetto qualità”, l’insieme di norme che, sostituendosi ai precedenti regolamenti europei 509 e 510 del 2006, va a disciplinare l’intero sistema delle produzioni agroalimentari di qualità. Con esso viene istituita una nuova politica  sui prodotti agricoli finalizzata ad una più ampia protezione delle denominazioni di origine in tutto il territorio europeo ed il riconoscimento delle organizzazione dei produttori.

La notizia dell’approvazione del provvedimento ha suscitato entusiasmo non solo da parte dei principali promotori, tra cui alcuni esponenti del Parlamento europeo come il Presidente della commissione agricoltura e sviluppo ruralePaolo De Castro –  che oltre a ribadire quanto sia stato decisivo il ruolo del PE per l’esito positivo dell’iter, ha affermato che l’approvazione segna un ulteriore successo per la tutela del made in Italy alimentare –  ma anche delle associazioni di categoria, organizzazioni e stakeholder di settore. “L’entrata in vigore del nuovo regolamento sui regimi di qualità dei prodotti agroalimentari – ha dichiarato Giuseppe LiberatorePresidente di AICIG – apporta novità positive al sistema di tutela finora operante ed attribuisce un grande riconoscimento al ruolo dei consorzi. Restano solo da risolvere alcuni aspetti attualmente in discussione a Bruxelles nell’ambito dell’OCM unica”.  Reazioni positive anche dal resto d’Europa ed in particolare dai Paesi del sud – Francia, Spagna, Portogallo – maggiormente interessati in quanto le loro economie poggiano molto sul settore agricolo che le misure in questione intendono sostenere. 

Altre novità che, in questi dodici mesi, hanno caratterizzato l’agroalimentare europeo riguardano l’approvazione del “pacchetto latte”, che ha introdotto modifiche importanti nel settore lattiero-caseario, il regolamento UE sul vino biologico, il libro verde sulle politiche di promozione e i diversi accordi internazionali sulle Indicazioni Geografiche stipulati tra l’Unione europea e alcuni Paesi terzi come Cina, Svizzera, Georgia, Australia, Stati Uniti, Corea del Sud.

Frutto di forti, e talvolta trasversali, azioni e scelte politiche, le iniziative in questione hanno come denominatore comune la crescente attenzione dell’Europa nei confronti della qualità e la volontà di fare di quest’ultima un baluardo con cui affrontare i mercati globali. Le peculiarità agricole europee che si evidenziano nella difesa dei territori di origine degli alimenti e con una produzione molto attenta al biologico sono ormai le armi in più per competere nei mercati internazionali.

Anche dal punto di vista nazionale, le iniziative intraprese dal Ministero delle politiche agricole, nel corso del 2012, si sono concentrate sulla qualità e sulla necessità di favorire l’attività degli agricoltori italiani. Le novità più rilevanti si sono concretizzate principalmente con il decreto ministeriale sui sistemi di qualità nazionali (SQN), con l’articolo 62 del decreto sulle liberalizzazioni e con il decreto ministeriale con cui vengono approvati i disciplinari dei vini DOP e IGP. In ultimo l’approvazione della cosiddetta legge “salva olio made in italy”.

Se da un lato quindi assistiamo ad una positiva evoluzione delle dinamiche legislative sul settore, da l’atro rimangano intatte le problematiche di base come la crisi dei consumi, e l’alta tassazione delle imprese che certo non agevolano il rilancio del settore.

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