Da Strasburgo ok alle liberalizzazioni. Contrario Catania: «Decisione che danneggia l’agricoltura».

Due numeri: 369 a 225. Non è il punteggio di una partita di basket particolarmente ricca di canestri ma l’esito della votazione, tenutasi nei giorni scorsi a Strasburgo, con la quale l’Unione europea ha stabilito un accordo di liberalizzazione per tutta una serie di prodotti, agricoli e ittici, made in Marocco. Nulla contro gli amici marocchini, ma ancora una volta si ha la sensazione che l’agricoltura venga sacrificata sull’altare di altri interessi. L’agricoltura europea in genere ma soprattutto quella dei Paesi del sud del continente e, in particolare la nostra, finiscono spesso per pagare conti altrui, in un do ut des dove il comparto agroalimentare non solo non passa mai a riscuotere ma paga debiti che non gli appartengono.

Il gioco in realtà è molto semplice. L’Europa vuole ottenere qualcosa da un Paese che, dopo la Primavera Araba, risulta godere di un certo appeal. Il Marocco, a sua volta, reclama qualche vantaggio e cala sul tavolo delle trattative le sue carte migliori, nello specifico prodotti ortofrutticoli e ittici. Quindi chi non trae particolari vantaggi da quel tipo di produzioni sorride benevolo alla proposta; chi invece basa su quel settore parte della propria economia, storce il naso. Non è certo un caso che la votazione di Strasburgo abbia visto opposti, l’uno contro l’altro, due schieramenti ben definiti: da una parte quello composto dai Paesi del Nord Europa, decisi ad aprire le frontiere ai prodotti marocchini, dall’altro quello dei Paesi del Sud Europa, Italia in testa, pronti a denunciare questo nuovo vulnus inferto al settore.

Il Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, seguito da tutte le organizzazioni di settore, parla chiaramente di una decisione che danneggia in modo sanguinoso l’agricoltura mediterranea. Difficile infatti sostenere l’urto di un competitor che, grazie a manodopera e costi produttivi decisamente bassi, può praticare dei prezzi insostenibili peri nostri produttori. Senza contare il problema dei controlli che, mentre diventano sempre più severi (e costosi) per gli agricoltori europei, non trovano una corrispondenza adeguata in altri Paesi. Manca una reale governante ed è sempre più evidente la linea di demarcazione che si è venuta a creare tra Europa del Nord e del Sud. Una frattura dolorosa che provoca un and amento zoppo: possibile che a Bruxelles e a Strasburgo ancora non se ne siano resi conto?
Ha collaborato Stefano Carboni

Monti all’Ifad: «Fame nel mondo una priorità politica per tutti»

Leader mondiali, policy maker, accademici e i più importanti rappresentanti del mondo dell’agricoltura hanno partecipato alla due giorni di dibattito sul futuro dell’agricoltura mondiale organizzato a Roma dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo Ifad), l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite istituita nel 1977 per far fronte alle crisi alimentari degli anni ’70, la cui missione continua ad essere quella di combattere la povertà nelle zone rurali dei Paesi in via di sviluppo.
Nel corso della discussione, focalizzata sul necessario aumento dell’ approvvigionamento alimentare per sfamare una popolazione che nel 2050 arriverà a 9 miliardi, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole e la sicurezza alimentare, è stato molto apprezzato l’intervento del Presidente Monti, sia dai partecipanti al 35esimo Consiglio dei governatori del Fondo, sia dagli stakeholder nazionali.
«Un mondo affamato è un mondo ingiusto e anche instabile, per questo motivo bisogna fare in modo che la sicurezza alimentare diventi davvero una priorità politica per tutti i Paesi», ha detto il Presidente durante il suo intervento, definendo la crisi alimentare «ancora più ampia e profonda» di quella finanziaria. Una presenza importante dunque, quella di Monti all’incontro perché testimonia l’impegno dell’Italia all’interno di un dibattito fondamentale a livello internazionale.

Percorsi di qualità alla Fiera di Parigi
FRANCIA – Si terrà da lunedì prossimo fino al 4 marzo a Parigi l’annuale Fiera Internazionale dell’Agricoltura, che rappresenta l’occasione per riunire i diversi settori di agricoltura e di collegarli con un pubblico eterogeneo. Tra le novità di quest’anno la possibilità per i visitatori di poter scegliere tra otto percorsi tematici, uno dei quali intitolato «Territoires et signes de qualité», una visita che propone la degustazione di prodotti di qualità, che si distinguono per i loro marchi a Denominazioni di Origine, come DOP e IGP, o marchi regionali.

Cina-Usa: una firma perla cooperazione
L’INTESA – Cooperazione nella sicurezza commerciale e alimentare fra Cina e Stati Uniti, ma anche scambi nel campo della tecnologia e dell’informazione, questo l’importante accordo siglato in occasione del simposio sull’agricoltura Cina-Usa che si è svolto a Des Moines, capitale dello Stato dell’Iowa. La firma al piano di cooperazione strategica prevede cinque anni per portare avanti le discussioni sulla sicurezza alimentare, intesa come disponibilità alimentare e una maggiore attenzione verso la sicurezza commerciale alimentare.

Contraffazione indiana L’accordo è lontano
UNIONE EUROPEA – Procedono a rilento i negoziati tra Ue e India per un accordo di libero scambio. Punto di disaccordo riguarda la contraffazione dei prodotti ad Indicazione Geografica tutelati Europa. Gruppi di caseari indiani si oppongono alla rinuncia all’uso dei marchi «Gouda» e «Emmental)), «Parmesan», «Feta)) e «French Camembert», mentre le industrie indiane hanno presentato reclami, perché alcuni produttori europei, a loro volta, utilizzerebbero impropriamente nomi come «Darjeeling» e «Lassi», che nulla hanno a che vedere con la tradizione indiana.