Il Ricciarello di Siena ce l’ha fatta, dopo quasi otto anni di battaglie ha finalmente ottenuto il marchio IGP. Che poi vorrebbe dire Indicazione Geografica Protetta. Una sorta di copyright sulla vera ricetta di uno dei dolci più amati della tradizione toscana. E non solo. Una scelta obbligata «per difenderci dai tanti falsi che ci sono in commercio» spiega Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita che ha svolto un ruolo di mediatore con il Ministero dell’Agricoltura e presso la Commissione europea. Il percorso del ricciarello è iniziato il 19 gennaio 2004 con la costituzione del comitato per l’IGP, e da lì in poi è stata una lunga guerra: “la battaglia del ricciarello”, come l’hanno definita a Siena, condotta a suon di ricorsi al Tar. Del resto era prevedibile che le aziende che producevano per la grande distribuzione si opponessero a questa idea. Ma come gli è venuto in mente, avranno pensato, di tutelare un dolce? E noi come facciamo? Però gli è andata male e il 19 marzo 2010 è arrivata la registrazione IGP. Poi è stato necessario attivare un piano di controllo prima di poter commercializzare i ricciarelli IGP, grazie anche all’Università di Siena che ha messo a punto un sistema innovativo per individuare il Dna delle mandorle, la vera discriminante tra un prodotto IGP e altri che spesso ricorrono all’utilizzo delle arrnelline (il seme del nocciolo delle albicocche), dal gusto simile alle mandorle, ma ovviamente meno costose. Ora però è tutto pronto e Siena può presentare il suo ricciarello col marchio di qualità. «Da oggi sulle tavole italiane e del mondo sarà possibile trovare il Ricciarello di Siena lGP, unico prodotto dolciario da forno a poter vantare l’Indicazione Geografica Protetta» dice Simone Bezzini, presidente della provincia di Siena. Insomma, la qualità è salva. «Il disciplinare e il piano di controllo perla produzione dei Ricciarelli di Siena lGP sono molto rigidi proprio a garanzia della nostra tradizione – spiega ancora Rosati – ma anche della nostra immagine e soprattutto della qualità alimentare che da sempre è un elemento distintivo del nostro territorio». Anche il panforte di Siena ha iniziato lo stesso percorso per il riconoscimento del marchio IGP (il comitato si è costituito nel luglio 2003) però è ancora in attesa della registrazione.