Più di quattromila espositori, 95mila metri quadrati. Sono previsti circa 150mila visitatori

 

Immaginate una sorta di cittadella che per 4 giorni, dal 25 al 28 marzo, sarà interamente dedicata al rutilante mondo del vino. 90mila metri quadri di superficie con 4.321 espositori in attesa di un pubblico stimato di circa 150mila visitatori. Stiamo parlando di Vinitaly, manifestazione che si svolge presso gli spazi di Veronafiere, l’appuntamento più atteso da tutti quelli che orbitano, a vari o titolo, intorno al Pianeta Vino.
Dietro la miriade di incontri, degustazioni, convegni e confronti, una macchina organizzativa guidata da Elena Amadini, brand manager del Vinitaly che dirige un team tutto al femminile. Siamo sette donne che lavorano sodo, perché organizzare un evento del genere significa lavorare incessantemente per 12 mesi. Praticamente appena finita un’edizione iniziamo a preparare quella successiva curando tutto, dalle iscrizioni all attribuzione degli spazi, dalla messa al punto del palinsesto agli aspetti legati al marketing.

Due le principali novità di questa 46esima edizione. La diversa collocazione temporale conferma la Amadini con la riduzione di un giorno e l’inizio alla domenica, con la conseguente eliminazione del sabato. E ilViViT, la rassegna dedicata ai vini da agricoltura biologica e biodinamica che ha riscosso grande interesse e notevole adesione Tra tanto business e tecnicismo, anche un iniziativa alla quale Elena Amadini tiene particolarmente: «quest’anno abbiamo dedicato uno spazio alla Trattoria degli Amici che sarà gestita interamente dai ragazzi disabili della Comunità di Sant’Egidio».
Prima di chiudere non possiamo non ricordare come anche quest’anno sia stata sollevatala consueta polemica su come la città di Verona tenda a sfruttare il Vinitaly: prezzi degli alberghi alle stelle e con l’obbligo del minimum stay, ristoranti carissimi. Il tutto a fronte di sei vizi spesso inadeguati (provate a prendere un taxi nei giorni della fiera è un esperienza che metterebbe alla prova la pazienza di un santo!). «Non sta a me giudicare quello che accade fuori dal perimetro di Veronafiere – puntualizza la manager – però devo ammettere che mi piacerebbe che tra noi e il resto della città ci fosse maggior dialogo e una condivisione di intenti e progetti. In effetti sarebbe auspicabile anche perché, ci permettiamo di aggiungere, i feritori di ristoranti, alberghi e tutto il resto, alla fine della fiera, sono proprio i clienti della fiera».

Una grande vetrina che offre diverse opportunità

Una grande vetrina, un ambiente qualificato dove verificare e presentare quanto è stato fatto e, al tempo stesso, iniziare a mettere in cantiere quanto c’è da fare. Così Dario Stefano, dinamico Assessore all’Agricoltura della Regione.
Ma anche un luogo di confronto prosegue Stefano dove, a livello di regioni, ognuno mette sul tavolo i risultati dei proprio lavoro e si sottopone al giudizio dei tanti operatori del settore presenti in fiera. La Puglia, quest’anno, racconterà la valorizzazione dei propri autoctoni, evidenzierà la riorganizzazione del sistema delle denominazioni e promuoverà il fatto di essere la regione che organizzerà il primo Concorso Nazionale dei Vini Rosati, un tipo di vino che, dopo anni di oblio, sta conoscendo una fase di grande ascesa. In grande crescita tutta l’enologia del Sud che a Verona cala i suoi assi, come farà la Camera di Commercio di Avellino con due degustazioni, una dedicata al Fiano e uno all’Aglianico, che si annunciano di grande interesse. Continua il momento d’oro delle bollitine e del mondo del biologico. E l’azienda Bortolomiol di Valdobbiadene, presenta un Prosecco biologico che è la perfetta sintesi di questi due mondi. «È evidente che per un’azienda vitivinicola Vinitaly rappresenta il palcoscenico ideale dove presentare le proprie novità» spiega Elvira Bortolomiol con la certezza di poter incontrare qui stampa, buyer e addetti ai lavori e avere con loro un contatto diretto.

Il basilico genovese non è OGM
ITALIA – Le argomentazioni di Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, a favore degli Ogm non solo non convincono il fronte degli oppositori delle colture geneticamente modificate, ma hanno trovato la netta ostilità di alcuni produttori, offesi dalle affermazioni del ministro. È il caso dei presidente del Basilico genovese Dop, Mario Anfossi, che chiede un risarcimento per danni all’immagine dei proprio prodotto che, al contrario di quanto affermato da Clini, non è frutto dell’ingegneria genetica ma di fattori naturali e umani della Liguria.

Lactitalia, il Ministero cede le quote
ITALIA – suo Dopo polemiche e contestazioni, il Ministero dello Sviluppo economico ha annunciato la cessione delle quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania il pecorino e caciotta che fanno concorrenza alle produzioni del vero made in Itaiy. Un grande risultato per produttori e consumatori e per la difesa di una delle più importanti produzioni agroalimentari italiane, troppo spesso vittima di fenomeni di contraffazione. «Finalmente ha vinto il buonsenso» ha dichiarato Sergio Marini, presidente della Coldiretti.

Se l’Etiopia vende le terre agli stranieri

EUROPA – Land-grabbing in Etiopia. Tra il 2008 e il 2011, sembra che l’Etiopia abbia ceduto a stranieri una superficie pari almeno all’estensione del! Olanda, e con la falsa promessa di ricollocare le popolazioni in nuove aree provviste dei servizi essenziali e in totale violazione dei diritti umani sanciti delle convenzioni internazionali, sta procedendo ali evacuazione dei suoi cittadini dalle aree cedute. Quattro membri italiani dei Parlamento europeo, hanno inviato un interrogazione scritta ali Alto Rappresentante del! Ue, affinché intervenga subito.