Con la DOP al formaggio italiano Piacentinu Ennese, toccano quota 1000 le specialità agroalimentari iscritte nel registro europeo delle DOP IGP STG. Si tratta di un formaggio siciliano, della provincia di Enna,  ottenuto con latte ovino intero crudo aromatizzato con  zafferano e chicchi di pepe nero. 

 

“Mille registrazioni per un sistema che ha avuto fin dal suo inizio tanti avversari, quali la grande industria alimentare e le lobby culturali del tipico e della nicchia – commenta Mauro Rosati, Segretario Generale della Fondazione Qualivita –  sono  sicuramente un grande successo. Il raggiungimento di una cifra così considerevole di registrazioni  prova soprattutto che un modello di agricoltura,  di alimentazione e di impresa di qualità possono sopravvivere nonostante la crisi economica” .

 

“Questo è un importantissimo traguardo che conferma quanto il tema della qualità alimentare sia ormai entrato nel DNA dei produttori agricoli europei – chiosa  Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo – Da oltre venti anni il tema della tutela della qualità degli alimenti é parte integrante delle scelte di politica agricola comune. Un processo che continua con il “pacchetto qualità” adottato lo scorso dicembre, in discussione al Parlamento Europeo,  un’ulteriore tappa verso il consolidamento della prospettiva della qualità come leva competitiva e strumento di garanzia del consumatore. Un’ opportunità per il nostro Paese che, con il Piacentinu Ennese, ha consolidato la propria leadership europea nelle produzioni DOP e IGP, ma bisogna  lavorare affinché tale importante primato sia opportunamente valorizzato e tradotto in reddito per le nostre aziende agroalimentari”.

 

 Il raggiungimento delle 1000 registrazioni si presta tuttavia anche ad alcune riflessioni meno entusiastiche. “Penso  che un registro con 1000 prodotti da difendere e valorizzare – conclude Rosati Segretario Generale della Fondazione Qualivita – commentando la notizia –   sia veramente un’impresa ardua anche per un’ istituzione come la Comunità Europea.  Bisognerà pensare a livelli intermedi nazionali di valorizzazione per tutti i prodotti minori, per non rischiare di far esplodere un sistema, che è un buon esempio anche livello mondiale”.