Un primo inizio nel 2006, ministro dell’agricoltura Paolo De Castro,  con l’introduzione nel Mc Burger del Parmigiano Reggiano DOP, poi  il Mc Italy con l’allora Ministro Zaia fino ad oggi, con la proposta di un programma annuale che prevede l’introduzione periodica nei menu Mc Donald’s di panini realizzati con prodotti italiani, oltre che frutta e insalate fresche con materie prime tutte made in Italy.  E’ questo in sintesi il nuovo impegno della filiale italiana della Mc Donald’s che conta 400 punti vendita e circa 600.000 clienti giornalieri.

In un contesto di crollo dei consumi alimentari e di serie difficoltà sui mercati internazionali per il nostro agroalimentare,  questo “nuovo corso” del fast food italiano può essere significativo  anche al di là dei numeri. In primo luogo perché introduce una nuova opportunità di vendita fino ad oggi preclusa per certe tipologie di aziende. Il solo mercato locale non risolve e mai risolverà i problemi dell’agricoltura italiana. In secondo luogo permette di fare un salto in avanti anche  a tutte quelle organizzazioni e che consorzi che  gestiscono le produzioni trovando un interlocutore come quello della McD che è estremamente sensibile e attento sul fronte  controlli e  tracciabilità.

Un passo avanti che consentirà alle imprese del settore di innovarsi e di andare verso il nuovo  mercato del food che è notevolmente mutato negli ultimi anni, garantendo ancora quei valori della qualità italiana riconosciuti, come il territorio, la tradizione e la capacità manuale.

Parallelamente a questo nuovo tipo di offerta  è previsto un progetto di educazione alimentare che a partire dal 2011 la Fondazione Qualivita realizzerà gratuitamente nei punti vendita McD. Un programma  complesso ed innovativo rivolto essenzialmente ai giovani che potrà in parte  colmare le lacune del sistema scolastico e della famiglia in ambito alimentare e valorizzerà al meglio la nostra agricoltura di qualità. E’ la prima vota che succede e sarà importante aspettare per valutarne l’efficacia e capire  se sarà una scelta capace di arricchire la conoscenza alimentare nei giovani con una conseguente valutazione dei cibi e dei prodotti  più equilibrata e consapevole.  Sembra poco tutto questo, quasi non degno di cronaca; ma se penso che tantissimi giornali incensano Marchionne che “americanizza” la Fiat, portando produzioni all’estero, cosa dovremmo scrivere di Roberto Masi, AD di Mc Donal’s che prova ad italianizzare l’impresa più made in USA che esista ?  In bocca a lupo!