Come salvare la qualità agroalimentare italiana.
Sono giorni difficili per l’Italia ma soprattutto per chi combatte in prima linea il virus negli ospedali e chi lavoro nei comparti autorizzati. Più passa il tempo e più emergono le criticità che dovremmo affrontare nel futuro ; difficoltà nelle relazioni sociali, criticità sanitarie, l’economia tutta da ricostruire in gran parte dei settori strategici del paese, tanto per citarne alcune. Dovremmo ripensare completamenti il turismo, la ristorazione ed anche il nostro settore agricolo e quello della trasformazione alimentare.
Con una crisi economica alla porte che non riguarderà solo l’Italia ma molti altri Paese e che in numeri significa 3 miliardi di poveri ed un inevitabile indebolimento delle classi medie in tutto il mondo, il nostro Made in Italy vocato alla qualità, alla eccellenza e per certi comparti anche al lusso dovrà per forza riposizionarsi in segmenti diversi, ma soprattutto cambierà volumi di affari e consumatori.
A partire dagli anni 90, quando le imprese del settore hanno cambiato passo, i prodotti agroalimentari e vitivinicoli di qualità grazie soprattutto alla certificazione di prodotto, alla adesione a standard qualitativi superiori sono approdati velocemente attraverso il canale della ristorazione nelle tavole di molti consumatori. Prima in Europa poi anche nei Paesi del nord America fino a diventare i beni alimentari più ricarcati sostituendo nelle ricette e nelle cucine i prodotti francesi. Ed ‘ cosi che si avverato il miracolo del Made in Italy. Piccoli e grandi produttori vocati alla qualità con un lavoro meticoloso sia in campo che nelle aziende di trasformazione.
La qualità del settore agroalimentare non è stato solo un lusso anzi il contrario è stato uno strumento che ha in primis difeso il consumatore con un informazione corretta, garanzia di processo e di materie prime, standard di sicurezza superiore alla norma, edibilità ma anche tante altre cose come una retribuzione equa ai lavoratori nella filiera, elevate professionalità, paesaggio, ambiente, cultura rurale ecc,
Ecco che privarsi della qualità in Italia o non è privarsi solo di una bottiglia costosa di vino o di un particolare formaggio invecchiato ma di perdere un patrimonio che in questi anni ha fatto grande il nostro Paese nel mondo ed ha contribuito notevolmente a quei 140 miliardi di valore annuo del settore agroalimentare che è la prima voce di bilancio.
Ed è per questo che bisogna muoversi in fretta per salvare la qualità.